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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2013 alle ore 16:52.
E adesso bisogna battere l'Irlanda. Per sigillare il torneo con un quarto posto, che sarebbe il migliore piazzamento azzurro di sempre alla pari del Sei Nazioni 2007, e per dare un senso preciso alla marcia della Nazionale, dopo tutte le cose buone mostrate nella (immeritata) sconfitta per 18-11 in casa dell'Inghilterra . Sabato ci aspetta un Olimpico pieno, anche con un gran numero di irlandesi, in festa per il loro patrono San Patrizio (la ricorrenza è domenica) e magari per il nuovo papa. Che potrebbe anche avere, perché no, radici nell'isola di smeraldo.
A loro il pontefice, a noi la partita? Meglio non mischiare "santi" e "fanti", naturalmente. Ma si può dire che, pur di battere gli uomini di Declan Kidney, lasciandoli anche indietro in classifica, varrebbe la pena di fare qualche fioretto. D'altronde, si tratterebbe di rompere una specie di maledizione, visto che da loro, nel Sei Nazioni, abbiamo sempre perso. Ci proviamo per la quattordicesima volta, contro una squadra debilitata dagli infortuni: dopo la battaglia di Dublino finita in pareggio con la Francia hanno alzato bandiera bianca Reddan e McFadden, mentre la leggenda O' Driscoll e Marshall sono in dubbio. Però si conta sul recupero di altri due uomini del reparto arretrato: l'apertura Sexton e l'ala Gilroy.
Insomma, per noi sarà dura ma non impossibile. Anche perché l'Italia di ieri ha dimostrato che, quando è in giornata, può far male perfino ai "custodi" di Twickenham. Siamo andati vicini almeno al pareggio. Nelfinale l'Inghilterra era come un pugile che deve gestire un piccolo vantaggio ai punti e aspetta con ansia l'ultimo gong. Qualche rimpianto rimane: c'è chi sottolinea le 14 punizioni contro e le sole cinque a favore, chi recrimina su un "in avanti" molto dubbio che ha vanificato un'azione da meta, chi pensa a un paio di errori negli ultimi cinque minuti. Ma la squadra - rincalzi compresi - è rimasta protagonista fino in fondo. Lo sconcerto si era piazzato sulla faccia dei giocatori e dei sostenitori inglesi. Il concetto del grosso spavento compare in più di uno degli articoli pubblicati oggi da siti con base nel Regno Unito, in Francia e anche fuori d'Europa.
La "bibbia" online Planet Rugby, di matrice sudafricana, parla di un'Italia tornata ai livelli della gara con la Francia, "costringendo l'Inghilterra in difesa e creandosi ampie opportunità offensive". Il sito dell'Equipe, quotidiano sportivo transalpino, sottolinea la "enorme performance italienne". "Ci si attendeva un'ondata di punti, mete e attacchi inglesi - è il seguito - e invece sono stati gli italiani a fare il gioco, soprattutto nel secondo tempo". E "dopo la meta (dell'azzurro McLean, l'unica del match, ndr) Twickenham, silenzioso, ha cominciato a tremare". I commentatori inglesi, come è naturale che sia, analizzano maggiormente la prestazione poco brillante dei padroni di casa. Ma il più originale sembra Chris Hewett, dell'Independent, che la mette in politica: "Come ha dimostrato lo straordinario Beppe Grillo, per la costernazione dell'intera classe politica europea, gli italiani non sono mai tanto pericolosi come quando sono sottovalutati e considerati clown. Gli Azzurri sono stati avversari tremendamente seri e gli inglesi, assolutamente favoriti, hanno passato l'ultimo quarto d'ora combattendo con le unghie e con i denti".
E allora guai a montarsi la testa, a pensare (anche inconsciamente, al di là delle dichiarazioni) di partire favoriti contro l'Irlanda. Però un'ultima cosa va detta: evitando quell'ondata che tutti si attendevano, l'Italia ha fatto anche un grande piacere al Galles, che sabato ospita l'Inghilterra e, vincendo, potrebbe raggiungerla in testa alla classifica. Diventerebbe decisiva la differenza punti globale e in seconda battuta conterebbero le mete complessivamente segnate. Se noi fossimo tornati da Londra con uno scarto passivo di 30 punti, praticamente il trofeo del Sei Nazioni 2013 sarebbe già nelle mani degli inglesi. Che ora, in pratica, possono mantenere il primato perdendo con uno scarto inferiore ai sette punti. Come dire che a Robshaw e compagni abbiamo complicato la vita anche dopo il fischio finale.
Sei nazioni 2013
Quarto turno: Scozia-Galles 18-28; Irlanda-Francia 13-13; Inghilterra-Italia 18-11
Classifica: Inghilterra 8 punti (differenza punti +43); Galles 6 (+29); Scozia 4 (-2); Irlanda 3 (-2); Italia 2 (-43); Francia 1 (-25)
Quinto e ultimo turno (sabato 16 marzo): Italia-Irlanda; Galles-Inghilterra; Scozia-Francia
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