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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2013 alle ore 17:25.
L'ultima modifica è del 11 marzo 2013 alle ore 12:40.

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In ballo 42 milioni di euro
Il MoVimento 5 Stelle, scrive il leader grillino in un post, «rinuncia ai contributi pubblici, previsti dalle leggi in vigore, per le spese sostenute dai partiti e dai movimenti politici e non richiederà né i rimborsi per le spese elettorali, né i contributi per l'attività politica». Si tratta – preosegue Grillo - «di 42.782.512,50 di euro che appartengono ai cittadini, anche in virtù di un referendum. Il M5S li rifiuta esattamente come per le elezioni amministrative. Le spese per la campagna elettorale sono state integralmente sostenute grazie ai contributi volontari raccolti e verranno comunque rendicontate. Il MoVimento 5 Stelle, anche tramite i propri eletti, svolgerà ogni azione diretta ad assicurare che i contributi ad esso spettanti non vengano erogati ad altre forze politiche, ma trattenuti all'Erario».

Invito "mirato" per mettere in difficoltà il Pd
Poi l'invito a tutte le forze politiche a seguire l'esempio dei grillini, «in particolare il pdmenoelle al quale spetta la quota più rilevante: oltre 45 milioni di euro (al pdl "solo" 38). Non è necessaria una legge, è sufficiente che Bersani dichiari su carta intestata, come ha fatto il M5S, la volontà di rifiutare i rimborsi elettorali con una firma. Per facilitare il compito ho preparato il documento che Bersani può firmare per ufficializzare il rifiuto». In arrivo anche una massiccia campagna via twitter, sempre promossa sul suo blog da Grillo: «Invita su Twitter Bersani a firmare il documento per rifiutare i rimborsi elettorali e lasciare 48.856.037,50 di euro nelle casse dello Stato».

Via twitter l'attacco agli 8 punti Pd: «Acqua calda»
La linea dei grillini dunque non cambia - no a un accordo con il Pd, sì solo a un'ipotesi di esecutivo a 5 Stelle - ma si arrichisce di un profilo provocatorio che mette in evidenza un nervo scoperto del Pd e riporta l'iniziativa delle proposte di governo al fronte grillino. Uno degli ultimi tweet del leader Beppe Grillo arriva ad irridere il programma di governo proposto dal segretario dei democratici Bersani: «Gli 8 punti del Pd sono acqua calda», e rimanda al commento postato sul blog di Grillo da Ferdinando Imposimato, presidente onorario aggiunto della Cassazione.

Imposimato, un Post per bocciare le proposte del Pd
Nel suo post, Imposimato scrive: «Cari amici, anche io sarei favorevole a una intesa tra M5S e Pd, ma devo riconoscere che gli 8 punti del Pd sono acqua calda. Manca il tema della riduzione dei costi della politica, l'eliminazione del finanziamento pubblico dei partiti, le indennità parlamentari sproporzionate, i rimborsi elettorali anche a chi è stato sconfitto; poi c'è il problema delle spese enormi degli organi costituzionali: fa bene Grillo a non accettarli; sarebbe un suicidio».

Crimi (M5S): «No alla fiducia in bianco», priorità al Parlamento
Se ce ne fosse bisogno, la chiusura dei grillini alle ipotesi di un governo con il Pd torna sul profilo del capogruppo e portavoce al Senato del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi, «Fino a prova contraria la costituzione prevede che iniziativa legislativa sia principalmente dei parlamentari e quindi del parlamento, anche (ma non solo) del governo, contrariamente a come vogliono farci credere. Governo o non governo, invece di chiedere fiducia in bianco, nei prossimi due mesi il parlamento autonomamente deve mettersi al lavoro, commissioni e aula, senza sosta e senza giochini dilatori per approvare quei disegni di legge necessari a che l'aereo Italia che sta precipitando possa riprendere quota... Nessuno deve rimanere indietro».

Il primo incontro Pd-M5s
E nel frattempo si apprende che domani pomeriggio alle 15 si svolgerà un incontro tra i cosiddetti "mediator" del Pd e gli esponenti del Movimento Cinque stelle dopo l'appello lanciato oggi da Pier Luigi Bersani per una "corresponsabilità degli incarichi istituzionali".

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