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Questo articolo è stato pubblicato il 14 marzo 2013 alle ore 19:30.
L'ultima modifica è del 14 marzo 2013 alle ore 14:17.

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Oggi pomeriggio a Parma la prima contestazione pubblica a un'amministrazione Cinque Stelle, quella del sindaco Federico Pizzarotti. Insomma, anche i rivoluzionari grillini, messi alla prova del governo - in questo caso locale - dimostrano di non poter cambiare le regole del gioco e si trovano sindacati e piazza contro.

A protestare sono i più "vicini" al sindaco, ossia i dipendenti comunali. Il motivo: la decurtazione delle indennità aggiuntive in busta paga per gli incarichi "disagiati" (poliziotti municipali, messi comunali, ma anche addetti dei servizi domiciliari ad anziani ed handicap) che rientrano nei contratti decentrati, come deciso dalla giunta Pizzarotti. Una decisione retroattiva, peraltro, che ha già lasciato i suoi effetti sulle buste paga di gennaio e febbraio. Con un taglio variabile tra i 50 e gli 80 euro che per la gran parte dei dipendenti comunali significa un pesante contraccolpo, essendo gli stipendi base sui 1.200 euro.

La rottura delle trattative coi sindacati, che hanno giudicato irricevibili i tagli proposti dall'amministrazione (la quale dal canto suo non vuole recedere), ha dato la stura a un ampio malcontento che ancora non è sfociata in uno sciopero ma nella decisione di riunirsi oggi, alle 17, finiti i turni di lavoro, sotto i Portici del Grano del municipio, in concomitanza con il consiglio comunale, al fine di portare la protesta a gran voce. Proprio come fecero gli "indignados" contro l'ex sindaco Vignali un anno e mezzo fa, per ben altre vicende.

Pizzarotti fischiato: «con offese e insulti» non dialogo
Il sindaco grillino di Parma, Federico Pizzarotti, alle 17, è sceso in piazza a incontrare i dipendenti comunali, ma dopo pochi istanti il dialogo si è tramutato in una corrida, sotto la ressa di telecamere e microfoni. Ai primi «buffone» a lui indirizzati Pizzarotti ha girato i tacchi per poi ripensarci e cercare di affrontare i più contestatari dicendo che lui «con offese e insulti» non dialoga.

Qualcuno a quel punto gli ha ricordato i «vaffa» di Grillo, ma poi abbassando i toni un paio di "sportellisti" (come vengono definiti gli addetti al front-office del Comune che sono tra i più colpiti dal taglio delle indennità e in busta paga si sono ritrovati un taglio medio di 170 euro, da 1.250 a 1.080 euro al mese) sono riusciti a instaurare un dialogo, o meglio a porre alcune domande, chiedendo di riaprire il confronto.

Netta la presa di posizione del sindaco a 5 Stelle: «Al tavolo ho fatto due proposte diverse, ma entrambe sono state rigettate e dai sindacati mi è stato detto che o si ristabiliva la situazione precedente oppure niente. Se così stanno le cose non si procede». In pratica, i tagli restano.

Dopo una decina di minuti di spiegazioni il sindaco ha salutato e se n'è andato, tra il fragore assordante dei fischi e delle urla dei circa 300 dipendenti comunali su 1.300 riunitisi questo pomeriggio sotto la sede comunale per contestare l'amministrazione (tra loro anche 50 vigili urbani su 160, che devono ricevere sette mensilità arretrate di indennità notturna del 2012, pari a 160 euro al mese, servizio poi abolito da gennaio).

Il consiglio comunale in programma è stato quindi sospeso per motivi procedurali e i dipendenti hanno affollato l'androne del piano nobile del municipio per una sorta di presidio improvvisato.

I tagli e il bilancio del Comune
Pizzarotti è orientato a mantenere i tagli dolorosi per far quadrare il bilancio, che è gravato dal pesante indebitamento lasciato dal predecessore: oltre 800 milioni alla fine del 2011, tra debiti comunali e delle partecipate (la gran parte). La manovra al massimo risparmio, con conseguenti tagli ai servizi e innalzamento delle tariffe, ha aperto un altro fronte di impopolarità del sindaco, quello del Comitato Famiglie che lamenta aumenti eccessivi delle tariffe per nido e scuole d'infanzia, decise per il prossimo anno scolastico ma già con pesanti effetti nei bilanci familiari dal gennaio scorso, a causa della sospensione del Quoziente Parma, uno strumento ideato dalla precedente amministrazione che calmierava le tariffe per i nuclei familiari numerosi o disagiati, spalmando i costi del servizio su altre fonti di spesa comunali. Per ora il Comitato Famiglie ha indetto assemblee ma non manifestazioni pubbliche di protesta. L'onore dei primi spetta ai dipendenti comunali. Tra loro, diversi elettori del Movimento 5 Stelle che in questi giorni si sono sfogati via web, chiedendo al "loro" sindaco un passo indietro.

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