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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2013 alle ore 14:24.

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«Dobbiamo realizzare un piano comparabile con l'Agenda 2010 tedesca». E, comunque, «niente accordi con Bersani o Berlusconi». Il leader del Movimento 5 Stelle, in un'intervista all'emittente tedesca Ard, oltre a ribadire la sua posizione rispetto a eventuali "inciuci", fa riferimento al piano di riforma dello stato sociale e del mercato del lavoro voluto dall'ex cancelliere Gerhard Schroeder. «Quel che ha dato buoni risultati in Germania lo vogliamo anche noi» dice Grillo al quale è stato poi chiesto cosa voglia «concretamente» il M5s. «I condannati devono andare fuori dal parlamento. Certa gente - ha risposto Grillo - non la vogliamo più. Inoltre, dopo due legislature si deve chiudere: nessuno può restare in parlamento per 30 o 40 anni. Altro punto è l'elezione diretta: voglio scegliere chi mi rappresenterà in parlamento». L'ex comico ha poi ricordato come i parlamentari M5S debbano rinunciare ai privilegi: «Niente auto blu, vitalizi e buone uscite. Si deve subito disporre dei fondi per la creazione di un reddito di cittadinanza per i cittadini meno abbienti».

E sui rapporti con i partner europei: «Se andiamo falliti, ci trasciniamo dietro l'Europa. Ma ora abbiamo bisogno di un piano B per l'euro, che metta nero su bianco il calcolo dei costi e dei benefici per i prossimi cinque anni».

Beppe Grillo, infine, ha ribadito che non può «raggiungere alcun accordo con il partito di Bersani o di Berlusconi». «I partiti classici - spiega - non hanno capito cosa è accaduto. Parlano di alleanze, compromessi. Ma tutto questo esiste sempre meno. I cittadini vanno in rete, si informano e scambiano le informazioni». «La parola "governare" mi inquieta - ha infine detto all'emittente Ard -. Essere governati, ma da cosa, da chi? Preferisco essere guidato dalle idee e non dagli uomini. Vogliamo andare direttamente alle esigenze dei cittadini. Decidono loro se deve essere costruita un'autostrada o una pista ciclabile. Noi ci consideriamo amministratori che siedono in parlamento grazie ai cittadini».

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