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Questo articolo è stato pubblicato il 16 marzo 2013 alle ore 15:49.

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Alla quarta votazione, dopo un serrato ballottaggio con Renato Schifani, candidato espresso dal Pdl, l'ex procuratore Antimafia Pietro Grasso è stato eletto presidente del Senato, cui era candidato per conto del centrosinistra. Per lui, 138 voti, una dozzina di voti in più del necessario, "esterni" alla coalizione Pd-Sel. Sul candidato del centrosinistra sono quindi confluiti anche voti arrivati con alte probabilità da M5S o da Scelta civica, visto che Renato Schifani ha raccolto i 117 voti che gli erano attribuiti in partenza. Nel momento in cui Grasso ha superato la "quota" di voti necessaria per la conquista della maggioranza relativa prevista dal regolamento nell'emiciclo si è alzato un caloroso applauso. Le schede bianche sono state 52 e quelle nulle sette. I presenti, e votanti, erano 313.

Schifani stringe la mano al neopresidente
Poco dopo, Renato Schifani è salito tra i banchi del Pd ed è andato a stringere la mano all'avversario, acclamato da tutto il suo partito che si è alzato in piedi per complimentarsi con lui. C'è anche un altro applauso, questo è riservato a Schifani, tributato dai colleghi di partito, in primis l'ex capogruppo Maurizio Gasparri. Fermi e silenziosi ai loro banchi i senatori 'grillini'.

Grasso: «Dobbiamo iniziare nuova fase Costituente»
Nel suo primo intervento da presidente di Palazzo Madama, Grasso ha sottolineato la portata della sua elezione e del contesto politico uscito dalle ultime elezioni: «Siamo in un passaggio storico straordinario, abbiamo il diritto della responsabilità di indicare un cambiamento possibile, dobbiamo iniziare una nuova fase costituente che sappia stupire e stupirci». Nei momenti più difficili, ha aggiunto, noi italiani «abbiamo sempre saputo unirci, superare le difficoltà, trovare valori comuni e un sentire condiviso». Nel suo discorso di insediamento, anche alcuune priorità del suo mandato: «Ho sempre cercato verità e giustizia e continuerò a cercarle da questo scranno, auspicando che venga istituita una nuova Commissione d'inchiesta su tutte le stragi irrisolte del nostro Paese». Dall'aula si è alzata poi una standing ovation di tutti i partiti quando Grasso ha ricordato Teresa Mattei, la più giovane eletta della Costituente, e l'anniversario del rapimento di Aldo Moro.

Duello alla quarta votazione
Il duello tra Grasso e Schifani è stato determinato dal voto di sabato mattina, in cui Grasso ha raccolto 120 voti, mentre Schifani si è fermato a 111 voti. A seguire, la decisione dei montiani di votare scheda bianca o nulla nel ballottaggio previsto dal regolamento di palazzo Madama (auspicando un nome «non di parte»), imitati dai grillini. Per loro, la scelta di votare scheda bianca (confermando quindi il nome del proprio candidato, Luis Alberto Orellana) arriva però dopo una lunga e sofferta riunione che divide il gruppo.

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