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Questo articolo è stato pubblicato il 16 marzo 2013 alle ore 15:49.

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(Ansa)(Ansa)

«Nella votazione di oggi per la presidenza del Senato - aggiunge l'ex comico - è mancata la trasparenza. Il voto segreto non ha senso, l'eletto deve rispondere delle sua azioni ai cittadini con un voto palese. Se questo è vero in generale, per il Movimento 5 Stelle, che fa della trasparenza uno dei suoi punti cardinali, vale ancora di più. Per questo vorrei che i senatori del M5S dichiarino il loro voto».

Il web contro le incertezze dei senatori del Movimento 5 Stelle
Nel corso della giornata, il web prende di mira il Movimento Cinque stelle, per le sue esitazioni nel voto al ballottaggio tra Grasso e Schifani per la presidenza del Senato. Addirittura su Twitter è nato un hashtag, #M5SpiùL che fa il verso al modo con cui Grillo chiama il Pd (PdmenoL). Due sono le cose che vengono rimproverate ai senatori 5 Stelle: la mancanza di diretta streaming della loro riunione per decidere l'atteggiamento da tenere al ballottaggio, e la stessa indecisione di fronte alla scelta tra Schifani e Grasso. «Uno è l'ex procuratore nazionale antimafia - scrive su Twitter uno dei critici - l'altro accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Scelta difficile, Beppe». «Oggi al Senato i grillini ci mostreranno il lato oscuro delle stelle» è il messaggio contenuto in un altro tweet.

I montiani insistono sulla scheda bianca
Il gruppo di Palazzo Madama di "Scelta civica Monti per L'Italia" conferma invece la propria contrarietà «a scelte di parte», per la presidenza del Senato, ed annuncia quindi scheda bianca anche in occasione del ballottaggio tra Grasso e Schifani. «Nella situazione politica istituzionale» del Paese, Scelta Civica ritiene che anche sugli assetti di vertice non si possa rispondere «solo a logiche di parte» ma che serve «una coraggiosa impostazione riformatrice», sintetizza Andreao Olivero della Lista Monti, al termine della riunione di gruppo cui ha partecipato anche il premier uscente Mario Monti.

Pdl esclude un passo indietro sul nome di Schifani
«Noi abbiamo proposto una scelta istituzionale. Se invece si dovesse consolidare il ticket proposto dal Pd si precipiterebbe verso il voto», spiega invece sul suo profilo Facebook Angelino Alfano, che in mattinata al termine della riunione del gruppo dei senatori osserva: «Davanti alla sinistra che si rinchiude su se stessa la nostra é una scelta di taglio istituzionale». Maurizio Gasparri conferma come il candidato Pdl alla presidenza del Senato continui ad essere Renato Schifani. Stamane il Capo dello Stato aveva inviato tutti alla responsabilità chiedendo votazioni condivise e responsabili per le due cariche istituzionali.

Berlusconi contestato all'arrivo al Senato
Nel pomeriggio, Silvio Berlusconi fa il suo ingresso al Senato da un'entrata laterale di via San Luigi dei francesi salutato da una selva di fischi. Una dura contestazione, coinvolte decine di persone. L'ex premier, sceso dall'auto con gli occhiali da sole, replica seccato: «vergognatevi».

L'ex premier contro M5S e Monti: «Un 10% ininfluente»
Poco dopo, parlando con i giornalisti, il Cavaliere ha puntato il dito contro i grillini: «C'é una setta che mi ricorda molto Scientology e che non dovrebbe nemmeno essere ammessa per le regole che ha o che non ha. Una setta che é lì a rappresentare la protesta per certi versi valida ma senza nessuna prospettiva di soluzioni. È soltanto una preoccupazione per la democrazia del Paese». Berlusconi non risparmia neanche il premier uscente: «C'é il 10% di Monti che é ininfluente, come dicono i francesi é una quantité negligeable».

Come funziona l'elezione del presidente del Senato
Al Senato, per eleggere il presidente nei primi due scrutini occorre la maggioranza assoluta dei voti dei componenti dell'assemblea, maggioranza di cui nessuna coalizione dispone. Ove non si raggiunga questa maggioranza, si procede, il giorno successivo - cioè oggi - ad una terza votazione, in cui è sufficiente ottenere la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando anche le schede bianche. Qualora nella terza votazione nessuno abbia riportato questa maggioranza, il Senato procede, smpre nella stessa giornata, al ballottaggio fra i due candidati che nel precedente scrutinio abbiano ottenuto il maggior numero di voti; chi raccoglie più voti viene proclamato presidente. A parità di voti è eletto il candidato più anziano di età.

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