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Questo articolo è stato pubblicato il 18 marzo 2013 alle ore 19:46.
L'ultima modifica è del 19 marzo 2013 alle ore 10:28.

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Le proteste a Cipro (Afp)Le proteste a Cipro (Afp)


Il Parlamento di Cipro ha bocciato il piano concordato con Ue e Fmi, che chiedeva un prelievo forzoso sui depositi bancari in cambio del salvataggio da 10 miliardi di euro: 36 i voti contrari, 19 le astensioni, nessun voto a favore. La notizia era nell'aria, dopo che il presidente dell'assemblea aveva lanciato un appello ai deputati affinché votassero contro il piano: «La risposta non può che essere una: no al ricatto», aveva detto. Ma prima della seduta persino il partito del presidente Nicos Anastasiades aveva annunciato l'astensione , una mossa per bloccare la misura senza rompere con i creditori internazionali, in modo da rafforzare la posizione del Paese nei negoziati.

Bocciato il compromesso per non tassare i prelievi sotto i 20mila euro

Dopo le proteste e le polemiche sollevate dalla decisione sulla tassazione di tutti i depositi, da cui lo Stato avrebbe ricavato 5,8 miliardi da sommare ai prestiti internazionali, il Governo aveva messo a punto alcune modifiche alla legge, per rendere più progressivo il prelievo ed escludere le somme più basse, come peraltro raccomandato anche dall'Eurogruppo riunitosi di nuovo lunedì in teleconferenza. In particolare, la bozza di legge dell'esecutivo cipriota prevedeva l'esenzione per i depositi bancari fino a 20.000 euro, mantenendo una tassazione al 6,75% per i conti tra 20.000 e 100.000 euro e al 9,9% per i depositi oltre i 100.000 euro. Restava da definire come trovare i 300 milioni di euro - la stima è della Banca centrale cipriota - che sarebbero venuti a mancare esentando dal prelievo i depositi più bassi.

Il destino delle banche cipriote nelle mani della Bce

Anche in questa forma, però, la misura è stata bocciata e ora rimane da capire quale strada il Governo percorrerà, considerando che gli aiuti erano vincolati a un sì al piano (o perlomeno a una condivisione da parte di Cipro dei costi del salvataggio). Quanto alla Bce, ha diffuso una nota in cui prende atto della decisione del Parlamento e «conferma l'impegno a garantire la liquidità necessaria entro il quadro delle regole previste». Va ricordato che le regole della Bce prevedono che è possibile fornire liquidità solo a banche che non siano insolventi e che il salvataggio è stato concordato in parte proprio per impedire il fallimento di due banche cipriote tenuta a galla dalla linea di credito di emergenza della Bce (l'Emergency Liquidity Assistance).

Trattative con Mosca: prelievi sui conti russi in cambio di quote sul gas?

Il presidente ha dichiarato che il governo ha dei non meglio precisati «piani» alternativi, di cui però, almeno finora, la Commissione europea si è detta all'oscuro. Anastasiades ha avuto contatti telefonici con il cancelliere tedesco Angela Merkel (la Germania è stata la più ferma nel ribadire che senza il contributo cipriota non sarebbero arrivati aiuti) e con il presidente russo, Vladimir Putin, che in prima battuta aveva aspramente criticato un provvedimento che colpisse i depositi russi (Cipro è da tempo un vero e proprio paradiso fiscale per gli oligarchi russi).

Proprio Mosca però potrebbe offrire la chiave per una soluzione all'impasse, che rischia di riaccendere la crisi finanziaria dell'eurozona. Nella capitale russa è arrivato il ministro delle Finanze cipriota Michalis Sarris (di cui erano state annunciate le dimissioni, da lui stesso poi smentite). Sarris, secondo indiscrezioni, sarebbe in procinto di proporre alla Russia un accordo: in cambio di una tassa compresa tra il 20 e il 3o% di depositi russi nelle banche cipriote, a Mosca sarebbe data una quota della futura società energetica con cui Cipro conta di sviluppare i giacimenti di gas scoperti a Sud dell'isola nel 2011 e ulteriori benefici strategici nel settore del gas. Inoltre agli investitori russi verrebbero aperti i board delle banche cipriote. A Mosca sono attesi inoltre alti funzionari della Commissione europea, tra cui forse il commissario per gli Affari economici e monetari Olli Rehn.

I timori di Moody's e le rassicurazioni dell'Eurogruppo

Il prelievo forzoso su conti e depositi delle banche cipriote ha sollevato timori e preoccupazioni a tutti i livelli. Moody's ha sottolineato la possibili conseguenze negative per i rating delle banche europee, aggiungendo che la decisione ha, comunque, «pesanti conseguenze» per i risparmiatori non solo a Cipro ma anche per i creditori di banche in altri Paesi, aumentando nel contempo i rischi di una fuga di capitali da altri Paesi in difficoltà dell'Eurozona. Proprio temendo una fuga di capitali - che, secondo il governatore della Banca centrale, potrebbe arrivare al 10% dei depositi - banche e Borsa di Cipro resteranno chiuse fino a giovedì.

Una replica ai timori sollevati da Moody's è arrivata dal presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, che ha escluso provvedimenti analoghi. «È assolutamente fuori questione, non c'è alcun bisogno di un'imposta una tantum in altri Paesi», ha detto, parlando prima del voto del Parlamento.

La Raf manda un milione di euro ai britannici

Qualcuno intanto corre già ai ripari: un aereo militare della Raf è stato inviato a Cipro con a bordo un milione di euro destinati ai militari britannici e alle loro famiglie sull'isola. Il ministero della Difesa britannico non ha escluso che altri voli simili possano partire per l'isola.

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