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Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2013 alle ore 21:27.
L'ultima modifica è del 21 marzo 2013 alle ore 09:50.

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foto Epafoto Epa

Il "piano B" del governo cipriota resta sul tavolo di Bruxelles. Il vertice europeo in teleconferenza si è concluso senza una vera decisione. Anzi l'Eurogruppo ha chiesto a Nicosia di avanzare formalmente una nuova proposta. I leader politici ciprioti per tutta la giornata hanno tentato di mettere a punto un piano che, accantonata ogni forma di prelievo forzato sui depositi bancari nell'isola, prevede la creazione di un fondo a garanzia di emissione di nuovo debito da sommare agli aiuti internazionali.

«L'Eurogruppo è pronto a discutere con Cipro una nuova proposta, e si aspetta che le
autorità la presentino il prima possibile», si legge nel comunicato al termine della teleconferenza tra i ministri. Inoltre «sulla base delle valutazioni della troika, è pronto a
proseguire i negoziati sul programma, rispettando i parametri già definiti». L'Eurogruppo riafferma inoltre «l'importanza di garantire i depositi sotto i 100mila euro in tutta Europa», ed è «pronto ad assistere Cipro nel programma di riforma e ad assicurare la stabilità della zona euro». I ministri finanziari dell'eurozona torneranno a incontrarsi domenica o lunedì per valutare la situazione.

Cipro verso una nuova proposta a Bruxelles
Nel "piano B" del governo cipriota verrebbero impegnati beni dello Stato per arrivare ai 5,8 miliardi di euro richiesti dalla Ue: una somma che dovrebbe fare da base per la emissione di debito da parte del governo cipriota e che assieme ai prestiti di Fmi e Ue, oltre che alle azioni straordinarie previste da Nicosia portano al bailout complessivo di 17 miliardi di euro. Tra gli asset che dovrebbero fare da garanzia sono incluse le riserve auree della Banca centrale cipriota, le proprietà della Chiesa ortodossa cipriota, i fondi pensione e anche i diritti sullo sfruttamento dei giacimenti di gas nell'isola.

Rimandato a domani il voto sul "fondo di solidarietà"
E' stato rinviato a domani il voto sul "fondo di solidarietà", uno dei punti chiave del Piano B del governo di Cipro, tramite il quale l'isola mediterranea punta a raccogliere i 5,8 miliardi di euro previsti dalla confisca sui conti bancari, bocciata due giorni fa e che rappresentava un tassello chiave per sbloccare il salvataggio da parte dell'Unione europea.

S&P taglia il rating
Mentre sono in corso i negoziati tra Nicosia e Bruxelles, l'agenzia di rating Standard & Poor's ha declassato il debito pubblico di Cipro a CCC da CCC+. Con outlook negativo. Standard & Poor's vede «acuti problemi del sistema bancario cipriota» e «un rischio di default bancario disordinato».

Smantellata la seconda banca del Paese
Intanto il governatore della Banca centrale dell'isola Panicos Demetriades ha chiesto al Parlamento di approvare con urgenza alcune misure necessarie alla ristrutturazione del settore bancario nazionale. Demetriades ha spiegato che la Cyprus Popular Bank, nota in patria come Laiki Bank, verrà smantellata ma proseguirà le attività. Ma ha aggiunto che i depositi sotto i 100mila euro verranno protetti. Nessuna garanzia invece per i depositi di maggiore entità.

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