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Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2013 alle ore 14:19.

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«La certificazione non ha funzionato, cifre discordanti»
«Abbiamo una piattaforma - ha ricordato Grilli - attraverso cui le amministrazioni pubbliche possono dare certificazioni del proprio debito e questa certificazione può essere usata dai fornitori» per scontare il credito «in banca: questo circuito purtroppo non ha ancora dato risultati significativi». «Sappiamo - ha sottolineato il ministro - che le stime di questi crediti rispetto alla Pa sono di decine di miliardi, mentre le nostre evidenze sono che le richieste di certificazione sono nell'ordine di decine di milioni. Quindi sono cifre che non si parlano: questo meccanismo indiretto che cercava di far arrivare liquidità alle imprese non ha portato a un sollievo sufficiente, forse ha anche aggravato la situazione delle nostre banche che effettivamente non hanno quella capacità, durante questa nostra crisi difficile, di provvedere a liquidità aggiuntive in dimensioni sufficienti».

«... ma la certificazione non è stato un lavoro inutile»
Ad ogni modo, ha precisato il ministro, «il processo di certificazione non è stato assolutamente un lavoro inutile» dato che «i pagamenti saranno erogati sulla base di crediti esistenti ed esigibili». Il ministro ha quindi aggiunto che «per la rendicontazione da parte delle pubbliche amministrazioni, che verrà fatta ex post, questa piattaforma sarà molto utile».

Il Governo rivede al ribasso le stime di crescita
La nostra proposta, ha spiegato Grilli, è di «aumentare il nostro debito potenziale di 20 miliardi per ciascun anno, nel 2013 e nel 2014, per creare la disponibilità di cassa per pagare» le spese. In questo contesto, il governo rivede al ribasso le stime sulla crescita: il Pil 2013 scenderà dell'1,3% (-0,2% la previsione del Def) e nel 2014 scenderà dell'1,7%. Non solo: il deficit 2013 viene rivisto al 2,4% (più un 0,5% aggiuntivo per accelerare il pagamento delle spese della P.a.) e quindi al 2,9% per cento. Il ministro ha poi sottolineato che l'incremento del debito di 40 miliardi, per pagare i debiti della pubblica amministrazione, rappresenta il «tetto massimo». Da fonti di governo si apprende che la relazione che aggiorna i conti pubblici italiani con le nuove stime macro elaborate dal Governo, scontando l'effetto dei 40 miliardi di pagamenti di arretrati della Pa verrà inviata direttamente alla Commissione speciale annunciata dai presidenti di Camera e Senato.

Monti: la disciplina di bilancio paga
«Oggi - ha affermato il premier Mario Monti nella conferenza stampa successiva alla riunione del Governo - grazie agli sforzi dell'Italia in sede europea il governo ha potuto varare misure per l'accelerazione dei pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese». Le misure prese dal Consiglio dei ministri, ha continuato il professore, sono state possibili solo «a valle» di un processo e un lavoro dello stesso governo Monti in sede europea che ha reso «possibili provvedimenti che prima non sarebbero stati possibili. La prima operazione a valle di questo - ha detto Monti - che il governo introduce è quella di misure per l'accelerazione dei pagamenti della pubblica amministrazione verso i propri fornitori, una misura giustamente attesa». «La disciplina di bilancio - ha ricordato il presidente del Consiglio - paga, é penosa, faticosa ma rende, dà dei risultati, perché non si violano norme europee e perché ci sia avvia al punto in cui ci si può permettere provvdimenti che consentono di allargare i cordoni della borsa del bilancio pubblico in un clima rispettoso degli equilibri finanziari».

Sangalli (Rete imprese Italia): ennesimo rinvio sulla pelle delle pmi
Critico il presidente di Confcommercio e Rete imprese Italia, Carlo Sangalli: «Sull'emergenza debiti della Pa si sta giocando sulla pelle delle piccole e medie imprese che stanno scontando gli effetti di una crisi che si fa più lunga e profonda del previsto. Dopo il via libera dell'Europa e la lunga lista di coloro che si dicono favorevoli allo sblocco, assistiamo ora all'ennesimo rinvio, di fatto, e senza individuare soluzioni immediatamente operative. Ogni giorno che passa molte imprese chiudono perchè lo stato non onora i suoi debiti e questo è inaccettabile».

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