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Questo articolo è stato pubblicato il 22 marzo 2013 alle ore 13:38.

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I dati appena diffusi dalla Confcommercio parlano di un boom della povertà assoluta in Italia nel 2013 con quattro milioni e 200 mila persone che vivono al di sotto di una soglia che per un single in una grande città del centro Italia (Roma, mettiamo) è pari a 680 euro.

Ci si potrebbe consolare, se ciò non fosse invece indicativo anche di difficoltà di valutazione oggettiva da parte di importanti vicini di casa, con i dati appena rilasciati dalla Bundesbank secondo i quali i tedeschi sono di fatto più poveri di italiani e spagnoli, poiché possiedono meno di un terzo del loro patrimonio. Secondo l'indagine della Banca centrale tedesca, infatti, il patrimonio"tipo" di una famiglia tedesca é pari a 51.400 euro netti, molto meno dei 163.900 euro, valore mediano per una famiglia italiana e dei 178.300 di una spagnola. Non basta: secondo le stime tedesche, in Francia il patrimonio netto (comprensivo di immobili, titoli assicurazioni vita e depositi bancari) della famiglia tipo ammonta a 113.500 euro, mentre in Austria raggiunge il valore di 76.400 euro, superiore comunque del 50% rispetto a quello tedesco. Insomma, ci fa sapere la Buba, i ricchi siete voi (forse lasciando intendere: se avete problemi, risolveteli in casa).

Ma il diavolo della statistica, come si sa, si annida nei dettagli. E se per conoscere i veri raffronti omogenei occorrerà attendere la conclusione dell'indagine elaborata in ambito Bce sui bilanci delle famiglie europee, in uscita a fine aprile, qualche notazione sulle differenze di stili di vita si può fare subito. La prima: in Germania c'è una diffusione della proprietà dell'abitazione di residenza molto minore rispetto all'Italia (52% contro 67%). Non solo: in Germania è assai più frequente la proprietà pubblica degli immobili utilizzati per residenza, riflettendo sia un sistema di welfare differente (social housing) sia la condizione tra ricchezza pubblica e privata storicamente legata alla Germania dell'Est. Seconda questione: le famiglie italiane, nonostante abbiano smesso da tempo di fare molti figli, sono in media più numerose di quelle tedesche (2,5 componenti in Italia contro 2 in media in Germania) e una parte del divario si spiega con il fatto che in Italia più soggetti contribuiscono all'accumulazione della famiglia ( il divario medio in termini pro capite è quindi largamente inferiore). Terza questione:le famiglie composte da giovani sono in Italia meno frequenti di quanto non siano in Germania, perché da noi i ragazzi escono più tardi da casa. Le famiglie giovani sono meno ricche delle altre perché non hanno ancora avuto tempo di accumulare ricchezza e la loro maggiore numerosità in Germania tende a ridurre il valore medio complessivo per famiglia.

Infine,la ricchezza in Germania è composta di attività finanziarie in proporzione maggiore rispetto all'Italia e le attività finanziarie nelle indagini campionarie sono tipicamente soggette a una maggiore sottostima da parte di chi risponde alle interviste di quanto non accada per le case e agli altri beni immobili. Quando si chiede loro quanti soldi liquidi possiedano, come si sa, i ricchi "piangono". Forse, il divario tra i numeri tedeschi e italiani è ascrivibile anche a questo fattore.

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