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Questo articolo è stato pubblicato il 26 marzo 2013 alle ore 12:19.

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(Epa)(Epa)

«Un'uscita di Cipro dall'euro sarebbe disastrosa, politicamente ed economicamente. Non vogliamo neppure contemplarla». Lo ha detto ai giornalisti il ministro delle Finanze, Michalis Sarris, all'indomani dell'accordo sul salvataggio dell'isola da parte dei creditori internazionali, a prezzo di un'onerosa ristrutturazione bancaria.

Un piano che oggi ha portato alle dimissioni il presidente di Bank of Cyprus, la maggiore banca dell'isola, che sarà ora affidata a un commissario straordinario. Lo ha comunicato lo stesso amministratore, Dinos Christofrides, precisando che dovrà gestire «la ristrutturazione della banca e il parziale assorbimento della Laiki Bank», la seconda del Paese. Il tutto avviene poco dopo che Fitch ha declassato a un livello equivalente all'insolvenza i due maggiori istituti dell'isola, dopo l'intesa sulla loro ristrutturazione che porterà allo smantellamento di Laiki Bank e alla fusione dei suoi asset sani con Bank of Cyprus, dove tuttavia i depositi superiori ai 100mila euro subiranno un prelievo forzoso. Prelievo che - la conferma è arrivata oggi dal ministro delle Finanze, Michalis Sarris, potrebbero arrivare a toccare il 40 per cento.

L'accordo raggiunto con i creditori internazionali prevede la concessione di 10 miliardi a Cipro, che però dovrà da parte sua raccogliere 5,8 miliardi attraverso la ristrutturazione del sistema bancario e l'applicazione appunto di un prelievo forzoso sui depositi più elevati.

Banca centrale ottimista

Parole di ottimismo sulla fusione sono arrivate dal governatore della Banca centrale di Cipro, Panicos Demetriades: «Ne deriverà una banca molto forte», ha detto - che avrà accesso ai finanziamenti normali e non all'Ela» la liquidità di emergenza della Bce». Demetriades ha aggiunto che la Banca centrale cipriota stafacendo «sforzi sovraumani» per permettere la riapertura giovedì delle banche dell'isola, chiuse dal 16 marzo per evitare fughe di capitali.

La Commissione Ue: perdite possibili sopra i 100mila euro in future crisi

Fa ancora discutere intanto il precedente rappresentato dal caso Cipro, dopo che ieri il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem lo aveva indicato come possibile modello per affrontare le future crisi bancarie nell'eurozona, scatenando il panico sui mercati. Dopo le rassicurazioni della Bce - con il consigliere Ewald Nowotny che lo ha definito «un caso speciale» e Benoit Coeuré, membro dell'esecutivo, che ha specificato che «Cipro non è un modello» - parole meno nette sono arrivate dalle altre istituzioni comunitarie.

La portavoce del commissario europeo al Mercato interno e ai servizi finanziari Chantal Hughes, pur ribadendo la particolarità del caso Cipro, ha specificato che la Commissione non esclude di coinvolgere i correntisti non garantiti (quelli con depositi superiori ai 100mila euro) nelle regole sull'unione bancaria (in particolare la risoluzione degli istituti) che sta mettendo a punto per affrontare le future crisi.

Anche l'europarlamentare Gunnar Hokmark, vicepresidente dei Popolari europei, ha dichiarato all'agenzia Reuters che il Parlamento europeo chidederà che i grandi risparmiatori siano chiamati a condividere le perdite delle banche.

La protesta degli studenti

A Nicosia intanto centinaia di studenti liceali - circa 3mila la stima dell'agenzia Reuters - hanno disertato le lezioni e sono scesi oggi in piazza per protestare contro le pesanti misure imposte a Cipro dalle autorità economiche europee nel tentativo di risanare l'economia dell'isola duramente colpita dalla crisi del sistema bancario. Rispondendo a un appello lanciato su Facebook da varie organizzazioni studentesche, i ragazzi si sono dati convegno in vari luoghi della capitale per poi convergere tutti insieme davanti al palazzo del Parlamento innalzando cartelli con scritte come «Fuori la troika da Cipro» e «Giù le mani dal nostro futuro» e scandendo slogan, anche in inglese, dello stesso tono e contenuto. Dopo una sosta davanti al Parlamento, i giovani si sono mossi dirigendosi in corteo verso il palazzo presidenziale.

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