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Questo articolo è stato pubblicato il 27 marzo 2013 alle ore 19:25.
L'ultima modifica è del 27 marzo 2013 alle ore 16:23.

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Il Governo «non vede l'ora» di lasciare
Nelle prime battute della sua informativa ai deputati sull'abbandono del governo da parte di Terzi, Monti aveva però trovato spazio per ringraziare l'ambasciatore: «Al di là dell'atto inconsueto delle dimissioni rassegnate in quest'Aula, visto che non ho avuto modo di sentirlo o di vederlo, rivolgo all'ex ministro degli Esteri il mio ringraziamento per l'attività svolta in un periodo molto impegnativo e difficile». Dopo aver spiegato che «questo governo non vede l'ora di vedere sollevato il proprio incarico che nel 2011 non ha sollecitato» Monti ha poi auspicato che «il prossimo governo continui a sviluppare il dialogo e possa così raccogliere presto i frutti». «Desidero manifestare tutta la mia gratitudine a ciascun membro di questo governo, a cominciare dal ministro Di Paola anche per le dichiarazioni che ha reso ieri in quest'aula», ha poi aggiunto il Professore.

La censura del Pd all'ambasciatore Terzi
Le dimissioni del ministro degli Esteri Terzi, secondo Enrico letta che prende la parola in aaula per conto del Pd, hanno provocato «macerie delle nostre istituzioni, rispetto al quale non hanno guadagnato nulla i fucilieri Latorre e Girone, le loro famiglie, il prestigio e l'orgoglio del nostro paese». Dopo la relazione di Monti, anche Letta attacca duramente l'ex ministro che «avrà fatto passi in avanti verso il suo ingresso in Parlamento, ma ha fatto fare cento passi indietro al prestigio delle istituzioni». Terzi da censurare duramente, dunque, per il suo «comportamento scorretto verso Monti e il governo», e per essere stato «sleale verso il ministro Di Paola, irrispettoso verso il presidente della Repubblica, odiosamente strumentale verso i fucilieri e le loro famiglie a cui va la nostra vicinanza».

La richiesta di interrompere la scorta ai convogli
Dal caso dei maro', sottolinea in un altro passaggio Letta, «non si puo' non trarre una lezione: la sospensione degli accompagnamenti militari dei mercantili finchè non saranno cambiate le regole. Si tratta di una questione ineludibile e di cui noi, oggi, facciamo richiesta».

Brunetta (Pdl): vicenda figlia del «tradimento morale» del governo
Durissimo con Monti e "morbido" invece per la scelta di Terzi il capogruppo Pdl. Renato Brunetta, che ha posto l'accento sull'incapacità del Governo a gestire la vicenda: «Ascoltandola oggi - ha detto Brunetta rivolgendosi al premier – mi é tornata in mente la seduta dello scorso 7 dicembre 2012, quando il mio partito ha dichiarato conclusa la sua esperienza di governo. Ebbene, la sua relazione di oggi mi ha confermato la decisione di allora». Le dimissioni del ministro degli Esteri, ha aggiunto Brunetta, «hanno detto la verità su questo governo e lo hanno fatto in Parlamento: la tragedia dei nostri marò é figlia del tradimento morale di un mandato che questo Parlamento aveva affidato al suo governo».

Di Stefano (M5S): la Fanesina pubblichi sul sito i documenti del caso marò
Secondo M5S, Il governo Monti «é fallimentare sul piano economico, politico e internazionale». A parlare, in nome del Movimento, è Manlio Di Stefano, che chiama in causa anche i partiti che hanno sostenuto il governo tecnico: «siete corresponsabili voi del Pdl e del Pd che ieri avete definito la crisi indiana l'8 settembre del governo monti dimenticando che siete stati voi a sostenerlo confermandogli costantemente la fiducia». Poi Di Stefano guarda oltre: «adesso andiamo avanti, ci interessa una soluzione positiva alla crisi, il nostro gruppo é a completa disposizione». E chiede che tutti i documenti del caso siano pubblicati sul sito della Farnesina «entro una settimana».

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