Grasso sui marò: «Faremo di tutto perché tornino in Italia»

La vicenda dei due marò in India si delinea sempre più come uno scontro politico fra le diverse anime del dimissionario governo Monti. Da una parte il ministro degli esteri Terzi che ha lasciato a sorpresa durante l'informativa in Parlamento e si è smarcato dalla vicenda giudicandolo un errore come se non vi avesse preso parte. Dall'altro, il premier Monti che parla di «altri obiettivi» dello stesso Terzi. Sulla stessa scia il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola, a Napoli per la cerimonia dei 90 anni dell'Aeronautica militare: la scelta di far rientrare in India Massimiliano La Torre e Salvatore Girone «è stata una scelta collegiale di Governo, sofferta e dolorosa, ma in quel momento necessaria».

«Salvatore e Massimiliano - ha continuato Di Paola - hanno responsabilmente fatto propria questa decisione. Non è vero che hanno impiegato cinque ore per dire sì. Non è vero che è stato un ordine, non è stata obbedienza a un ordine ma al loro senso di responsabilità e del dovere, alla loro parola data». Intervento commosso anche quello del capo di Stato Maggiore della Difesa, Luigi Binelli Mantelli: «Non lasceremo soli i nostri ragazzi fino a che la loro vicenda non sarà conclusa in India e in Italia. Non cesseremo di chiedere con tutta l'energia che siano restituiti ai loro cari ed ai loro reparti».

Quello dei marò «è un problema complesso, internazionale» dice sempre a Napoli il presidente del Senato Pietro Grasso, rispondendo alla Città della Scienza alle domande dei cronisti. «Se li voglio in Italia? Certamente, come tutti del resto - aggiunge - si farà di tutto perché questo avvenga. Sono certo che con la cooperazione internazionale si potrà riuscire a ottenere questo risultato». E poi:«Non ho potuto che dirigere il dibattito che c'é stato in aula su questo tema e accogliere l'informativa del governo che ha spiegato le ragioni per cui si é dovuto comportare in un certo modo».

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