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Questo articolo è stato pubblicato il 28 marzo 2013 alle ore 11:29.
"Questa squadra ha dato una bella immagine di sé. In tanti mi hanno detto che sono fieri della Nazionale. Allora io dico che la strada è quella giusta e che il prossimo passo è quello di mantenere lo stesso livello di gioco per 80 minuti su 80".
Jacques Brunel, ct della bella Italia che ha concluso il Sei Nazioni al quarto posto, tira le somme ed è soddisfatto, perché in più occasioni ha visto la squadra che ha in mente. "È già successo a novembre, per 50 minuti contro gli All Blacks, per 50-60 minuti contro l'Australia. A febbraio siamo stati quasi sempre all'altezza della situazione con la Francia, a marzo abbiamo giocato un ottimo secondo tempo in casa con l'Inghilterra. Infine, contro l'Irlanda abbiamo dimostrato le nostre capacità nell'arco di tutto il match. E adesso bisogna avere l'ambizione di continuare così".
Il primo obiettivo è costituito dalle sfide che attendono gli Azzurri in Sudafrica a giugno. "Porteremo con noi, e faremo giocare, almeno cinque elementi nuovi, ragazzi che non hanno esperienza con la Nazionale maggiore o hanno fatto solo qualche pezzetto di partita. Dobbiamo cercare di far crescere questi giocatori per far crescere tutta la squadra".
Punto numero uno all'ordine del giorno: il mediano di apertura. Due ultratrentenni, Orquera e Burton, si sono alternati in questo Sei Nazioni, e oltretutto Burton si rende adesso indisponibile per la Nazionale: giocherà con i Dragons dedicandosi totalmente al team gallese. "Di Orquera - premette Brunel - devo sottolineare che ha giocato tre partite su quattro ad alto livello. Faccio un esempio: il calcio con cui ha servito McLean per la meta contro l'Inghilterra è degno di Dan Carter. Ma il Mondiale 2015 è più vicino di quanto si pensi, mancano 22 partite in tutto. E' questo il momento per cercare le alternative per la maglia numero 10. Senza dimenticare che questo non è un problema solo nostro, anche nelle altre grandi nazioni si discute su chi far giocare in quella posizione".
Il presidente federale Alfredo Gavazzi punta a un progetto "mediano di apertura" e vorrebbe affidarlo ad Andrew Mehrtens, ex grande interprete del ruolo con gli All Blacks, da lui ben conosciuto per i trascorsi nel campionato italiano a Calvisano. Sarebbe uno dei tre specialisti chiesti da Brunel, insieme a quello per la mischia chiusa e a quello per il "comparto" conquista palla/attitudine al contatto. Tanti i nomi sul taccuino, ma nessuno dà al momento le garanzie del caso. Ci sarà da lavorare, e in fretta, per trovare qualche soluzione.
Per il resto, l'Italia esce da questo Sei Nazioni con statistiche un tempo impensabili. L'off-load, o riciclo veloce della palla, era un gesto che fino a poco tempo fa vedevamo fare dagli altri, restandone ammirati. Nel torneo appena finito, sono stati gli Azzurri a riciclare più di tutti, con una media di 10,8 a partita (e Zanni è stato il migliore in assoluto a livello individuale, mettendo assieme 12 off-load all'attivo in cinque partite). Come siamo arrivati a un risultato così importante? "Con la fiducia dei giocatori - spiega Brunel -. Con la consapevolezza che certe cose erano alla nostra portata. Aggiungo che, dopo le prime quattro partite, ho inviato a Joel Jutge (l'"high performance manager" designato dall'International Board per gli arbitri) una piccola tabella da cui risultava che l'Italia era nettamente la squadra che aveva mantenuto il maggiore possesso di palla (85 minuti in tutto), eppure, dopo la Scozia, era anche quella che aveva avuto più punizioni contro. Il senso del messaggio? Non si può continuare a pensare che ci basiamo solo sul gioco difensivo e che il nostro livello è più basso di quello degli altri. I fatti dimostrano che le cose non stanno così. Certo, dobbiamo continuare a lavorare sul piano delle abilità, dei dettagli: ci sono state varie situazioni in cui bastava andare un metro più avanti o arrivare pochi istanti prima per ottenere frutti importanti".
E il congedo finale dal Sei Nazioni 2013? "Questo torneo ha dimostrato una volta di più di avere qualcosa di magico. Alla vigilia la Francia era la grande favorita, l'Inghilterra l'unica contendente, il Galles veniva da sette sconfitte consecutive e tutti lo consideravano finito. In sei settimane tutto si è ribaltato". Che bellezza.
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