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Questo articolo è stato pubblicato il 31 marzo 2013 alle ore 19:40.
L'ultima modifica è del 31 marzo 2013 alle ore 15:15.

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I partiti prendono le distanze dal piano del Presidente della Repubblica. A meno di 24 ore dalla definizione da parte di Giorgio Napolitano delle soluzioni per uscire dall'impasse si scatenano i malumori. A cominciare dal Pdl, che mette nel mirino la proroga di fatto del governo Monti e attacca i saggi che, osserva Fabrizio Cicchitto, devono concludere la loro istruttoria «in 7-10 giorni al massimo», per poi mettere in campo un esecutivo politico. Il Pd sottolinea che le task force non possono fornire un contributo risolutivo anche se Francesco Boccia frena e assicura che il sostegno di Bersani a napolitano è di tutto il Pd.

Dopo le aperture di ieri, oggi Grillo dice che la decisione di Napolitano è sì la migliore di quelle possibili, ma attacca i saggi: il Paese, osserva, non ha bisogno di "badanti della democrazia". Insomma, se non un vero e proprio gelo trapela una certa freddezza. Per i saggi, primo "giorno di scuola" martedì al Quirinale. In settimana potrebbero già avere i primi incontri con i presidenti di commissione e, forse, con lo stesso Monti.

Le perplessità del Pdl: i saggi non risolveranno il problema
La decisione del Capo dello Sato di mantenere l'esecutivo in carica (la "prorogatio"), mettendo in campo - allo stesso tempo - dieci saggi per intese di programma, desta in particolare i malumori del Pdl, che - chiarisce - non cambia linea e punta ancora a un nuovo governo di larghe intese in tempi brevi, con Pd, Pdl e Scelta civica. L'unica alternativa, sottolineano gli esponenti del Popolo della libertà, è il ritorno alle urne in estate. Secondo il presidente dei deputati del Pdl Renato Brunetta i saggi non risolveranno il problema. L'economista avverte: non voglio giudicare il Capo dello Stato, ma «il governo in carica per il disbrigo degli affari correnti non ha mai ricevuto la fiducia, in questa legislatura. Si cerca di dare vita a un governo zoombie». Fabrizio Cicchitto spiega che l'"operazione saggi" ha un senso se «nello spazio di sette-dieci giorni massimo gli esperti ci danno la traccia di un programma condivisibile dalle forze politiche». Il rischio è che ai tecnici si sostituiscano altri tecnici.

Franceschini (Pd): i saggi non possono sostituire il Parlamento
Perplessità anche dalla parte del Pd. Intervenuto alla trasmissione "In mezz'ora", Dario Franceschini confida: «Il lavoro dei saggi servirà per vedere se ci sono dei punti su cui le forze politiche si possono avvicinare, ma non é che da questa formula nasca un governo». «Non é sostitutivo dei partiti - continua l'esponente del Pd -, ma aiuta per vedere se é possibile avvicinare i partiti». «Il sostegno che ieri Bersani ha dato all'iniziativa del Presidente Napolitano, è il sentimento collettivo di tutti i democratici», ricorda il deputato del Pd Francesco Boccia.

Grillo: serve parlamento funzionante, non badanti alla democrazia
Sul fronte grillino, Beppe Grillo ricorda che per ridare al Parlamento la sua centralità - spiega il leader di M5s nel suo blog - «è urgente istituire le Commissioni» perchè, continua l'ex comico, «il Paese ha bisogno di un parlamento funzionante» e non di «fantomatici negoziatori» o di «badanti della democrazia». Emma Bonino sottolinea invece l'assenza di donne tra i dieci saggi: parla di una scelta «triste» e «non lungimirante» perchè «non rispecchia la società italiana».

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