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Questo articolo è stato pubblicato il 02 aprile 2013 alle ore 16:36.

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Per il Colle, e la scelta della persona destinata a subentrare a Napolitano, il Pd è alla ricerca di una «Larghissima convergenza» tra le forze politiche: «rispettiamo in modo ligio la Costituzione, che chiama tutti noi a una soluzione di larga o larghissima convergenza palamentare. Noi fino a prova contraria lavoriamo così». Questo uno degli aspetti di metodo chiarito oggi dal leader del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, in una conferenza stampa destinata a fare chiarezza sulla situazione di stallo politico dopo il nulla di fatto delle consultazioni a lui affidate e le ultime scelte del capo dello Stato.

Io «pronto a fare un passo indietro», ma la strada è quella del Pd
Bersani è pronto a fare anche un passo indietro, ma «la strada» da seguire, chiarisce, è quella indicata dal Pd: un governo tra le forze più affini e una collaborazione larga sulle riforme. Il leader Pd ha aggiunto: «Quella è la strada, la strada che ha detto il Pd. Per aiutare questa strada Bersani c'è, se Bersani fosse un ostacolo Bersani è a disposizione. Prima di tutto c'è l'Italia». Da Bersani, parole chiare anche sul possibile voto anticipato: «Io la considero un'ipotesi disastrosa, così come gran parte del Parlamento. Purtroppo l'incrocio con il semestre bianco è stato un'ulteriore difficoltà perchè può lasciare spazio a tatticismi».

M5S, «otto milioni di voti messi in frigorifero»
«Ci siamo trovati di fronte a un disimpegno conclamato dei 5 stelle che ha avuto otto milioni di elettori e a quanto pare intende metterli in frigorifero». Così il segretario del Pd, ha poi spiegato lo scenario dell'Italia politica uscita dalle ultime elezioni. In Italia, sottolinea, «c'è un'esigenza evidente di cambiamento, il Paese chiede una guida, ma manca di fiducia ed è con questa profonda convinzione che ci siamo messi all'opera per cercare una risposta». In ogni caso, ribadisce, «il Pd è il primo partito e dobbiamo avanzare una proposta utile al paese. Per garantire governabilità, cambiamento e corresponsabilità noi pensiamo che un governassimo sarebbe sbagliato e la politica sarebbe chiusa in un fortino».

Un governo aperto al Pdl? «Sarebbe un esecutivo immobile»
Nella sua analisi, Bersani f anche il punto sull'istituzione delle due commissioni di saggi volute da Napolitano: «Il mio pre-incarico, diciamo, é stato assorbito in questa nuova fase. Il che non vuol dire che vado al mare». Io, aggiunge, «ci sono e ripeto, non mi si raffiguri come "il Bersani ostinato". Ho in testa quella che credo essere una soluzione per il Paese, punto». Quanto all'idea di un esecutivo aperto al sostegno del centrodestra, «Sarebbe un governo immobile, la politica in una zattera sempre più piccola in un mare molto agitato. Con Berlusconi abbiamo già un'esperienza alle spalle, il governo Monti e abbiamo già visto l'impasse».

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