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Questo articolo è stato pubblicato il 04 aprile 2013 alle ore 19:22.

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Occorre cercare un'ampia convergenza nella scelta del nuovo Presidente della Repubblica, nella formazione del nuovo esecutivo e nel percorso delle riforme da realizzare. È quanto è emerso dall'incontro tra Mario Monti e Pier Luigi Bersani che si è tenuto nel pomeriggio a Palazzo Chigi. «Soluzioni in merito alle scadenze politico-istituzionali - si legge nel comunicato della Presidenza del Consiglio, pubblicato al termine del faccia a faccia tra il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani e il Presidente del Consiglio in carica per gli affari correnti, Mario Monti - vanno tempestivamente ricercate, nella chiarezza e trasparenza dei percorsi, attraverso la più ampia condivisione possibile tra le forze parlamentari». Il colloquio è durato oltre due ore. Dalla Presidenza del Consiglio spiegano che, nel ricercare quest'ampia convergenza, c'è una specie di accordo a risentirsi, per concordare le posizioni di Pd e Scelta Civica prima di ogni passo, a cominciare dall'esito del lavoro dei saggi ma soprattutto dalla corsa per il Quirinale. Spetterà ora ai rispettivi gruppi parlamentari proseguire il dialogo.

La nota di Palazzo Chigi: clima di grande cordialità
L'incontro «si è svolto in un clima di grande cordialità e di convergenza rispetto all'analisi del delicato momento politico», spiega la nota. È stato uno «scambio di vedute sulla situazione economica e politico-istituzionale dell'Italia».

Bersani ha chiesto di conoscere i provvedimenti imminenti
Nel corso dell'incontro con Monti il segretario del Pd ha voluto «conoscere più in dettaglio i provvedimenti imminenti all'esame del governo dei quali il Presidente Monti ha illustrato contenuto e riflessi rispetto alla situazione economica e finanziaria e al dialogo in corso tra il Governo e la Commissione europea».

La posizione del segretario: non vedo soluzioni oltre a quella del Pd
Per quanto riguarda il governo, Bersani avrebbe ribadito la sua idea: serve un esecutivo "di cambiamento", come quello proposto dal Pd, e non è pensabile un accordo Pd-Pdl per l'esecutivo, perlomeno non con Bersani come premier. Bersani ha ribadito che non vede facili soluzioni alternative, oltre al governo di cambiamento affiancato da un percorso di riforme. Il Pdl si può coinvolgere con la convenzione delle riforme ma non al governo: non è bon-ton ipotizzare governo Pd-Pdl, il paese ha bisogno di una direzione univoca, chiara, che un governo Pd-Pdl non può dare.

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