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Questo articolo è stato pubblicato il 28 aprile 2013 alle ore 10:18.

Il governo Letta alla prova della Camera. Alle 15 il discorso programmatico del premier a Montecitorio, quindi, in serata, il voto di fiducia da parte dei deputati. La discussione generale è prevista tra le 16 e le 18 circa, entro quel termine dovrà essere presentata la mozione di fiducia della maggioranza. Fino alle 20 circa si proseguirà con la replica di Letta e le dichiarazioni di voto. Quindi, la prima chiama. La proclamazione del risultato é prevedibile intorno alle 21-21,15. Domani si replicherà al Senato. Il neopresidente del Consiglio - il nuovo governo ha giurato ieri al Quirinale - ha limato il discorso programmatico fino a ieri sera. L'Imu, il rifinanziamento della Cig, il lavoro, i giovani, la crescita sono nella sua agenda.

Per il via libera della Camera servono 316 voti. La previsione: 455 sì
A Montecitorio la maggioranza richiesta è di 316 voti, a Palazzo Madama di 159. Alla Camera il Pd conta su 297 deputati, Scelta civica su 47, il Pdl su 97 (più sei eletti nelle liste di Centro democratico, cinque delle minoranze linguistiche e 3 degli italiani all'estero): in tutto 455 voti. Al Senato il Pd ha 109 senatori, Scelta civica 21, il Pdl 91: fanno 221 voti "ufficiali" a cui dovrebbero essere aggiunti quelli dei tre senatori a vita e anche altri provenienti dal Misto e dalle autonomie.

Nel Pd prevale la linea del sostegno all'esecutivo
L'incognita del voto di fiducia è proprio nelle file del Pd, anche se le posizioni di dissenso a un esecutivo sostenuto dal Pdl stanno con il passare delle ore venendo meno. L'assemblea dei deputati del partito si è riunita a Montecitorio in vista del voto. Il premier non ha partecipato. Hanno preso parte all'inizio della riunione, invece, diversi ministri: Franceschini, Orlando, Carrozza, Bray.

Rientrano i malumori nel Pd
Presente anche il segretario dimissionario Pierluigi Bersani. Sembrano comunque rientrare i malumori manifestati da diversi parlamentari. Alcuni dei più critici come Sandra Zampa e Sandro Gozi (deputati) e Laura Puppato (senatrice) hanno alla fine sciolto la riserva e voteranno a favore del governo Letta come «atto di responsabilità». Pippo Civati invece non parteciperà al voto. «Il Pd farà sino in fondo la sua parte», ha chiarito il presidente dei deputati del Pd, Roberto Speranza. Viene dunque meno la possibilità che il partito possa ricorrere alla sanzione dell'espulsione nei confronti di chi alla fine non dovesse appoggiare un esecutivo che nasce con l'appoggio del Pdl. Era stato Francesco Boccia, vicino a Enrico Letta, a chiarire, nei giorni scorsi, che «chi non vota la fiducia è fuori, perché - aveva detto - in un partito serio le regole accettate da tutti vanno rispettate».

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