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Questo articolo è stato pubblicato il 07 maggio 2013 alle ore 17:04.
L'ultima modifica è del 07 maggio 2013 alle ore 13:58.

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Nitto PalmaNitto Palma

Doppio stop a Nitto Palma presidente della Commissione giustizia del Senato e tra Pd e Pdl è subito tensione. Il candidato della maggioranza, ex Guardasigilli nel governo Berlusconi IV, non ha ottenuto i voti necessari: non è stato quindi eletto presidente né alla prima votazione né alla seconda. Su 26 componenti della commissione, nel primo tentativo Nitto Palma ha ottenuto 12 voti e nel secondo 13, mentre la maggioranza necessaria è di 14. Tutto è rinviato a domani, alle 15, quando la commissione tornerà a riunirsi: sarà richiesta la maggioranza semplice. Intanto però monta la polemica politica. In serata, in un'intervista al Tg5, il capogruppo del Pdl al Senato Renato Schifani avverte: Nitto Palma resta il nostro candidato.

«Ognuno si assumerà le sue responsabilità», è il secco commento di Schifani nei minuti immediamente successivi alla doppia bocciatura. Il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri attacca: «Quanto accaduto - afferma - è inaccettabile. Bersani e Zanda mettano in riga i propri senatori o li sostituiscano con i principali esponenti del Pd a Palazzo Madama. È chiaro ora a tutti chi viola i patti e chi li rispetta. Il Pdl è un partito serio. Il Pd è il regno del caos», conclude Gasparri. Insomma, dopo gli scontri dei giorni scorsi su cancellazione dell'Imu, presidenza della Convenzione sulle riforme e il caso Biancofiore la tenuta dell'esecutivo Letta viene nuovamente messa a repentaglio. M5s insiste: vogliamo Copasir e Vigilanza Rai.

Nitto Palma: se resto candidato? Decida il partito
«Se sarò candidato ancora alla presidenza della Commissione Giustizia? La mia candidatura sarà decisa dal mio partito. Non mi sognerei mai di mettere in discussione le decisioni degli organismi del mio partito». Nitto Palma, parlando con i cronisti dopo aver incassato la seconda bocciatura alla guida della commissione Giustizia di Palazzo Madama, ha voluto sottolineare che «c'era un accordo politico che non ha raccolto frutti. Ma era un accordo politico che non avevo preso io. È un problema del vertice del mio partito e su quello che é successo oggi deciderà il mio partito».

Casson (Pd): domani in commissione giustizia candidato Pd
«Domani dalla terza votazione noi voteremo un nostro candidato». Lo assicura Felice Casson del Pd dopo che sul nome di Francesco Nitto Palma (Pdl), ci sono state due fumate nere. «Un accordo politico? Evidentemente non c'era», risponde Casson uscendo dalla Commissione. «L'unica dichiarazione che ho fatto al termine delle votazione sul presidente della commissione Giustizia del Senato é che noi siamo per un candidato condiviso», spiega poi in una nota l'esponente del Pd.

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