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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2013 alle ore 06:38.

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A CURA DI
Francesca Barbieri
Chiara Bussi
Patto tra generazioni e credito d'imposta per i redditi più bassi. Guarda in primo luogo alla Francia la task force messa in campo dal Governo Letta per combattere la disoccupazione giovanile. Dopo le emergenze da risolvere - rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, esodati e precari della Pa - si pensa a un'introduzione graduale di misure ad hoc per i giovani, anche con il sostegno di fondi europei. E se per il taglio del costo del lavoro si dovrà aspettare, visto il budget preventivato di 8-9 miliardi, piace l'idea di una staffetta per il lavoro: con gli anziani che cedono metà del loro impiego alle nuove generazioni.
Oltralpe, dove oltre un giovane su 4 è disoccupato, a metà marzo ha debuttato il contrat de génération che assegna un bonus da 4mila euro all'anno per tre anni alle imprese con meno di 300 dipendenti. In cambio le aziende devono assumere lavoratori under 26 e conservare il posto a un senior di almeno 57 anni fino al momento della pensione. L'obiettivo dichiarato è siglare 500mila contratti da qui al 2017. L'Italia potrebbe seguire la stessa strada, come ha detto la settimana scorsa il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, con una staffetta per «riequilibrare la situazione tra le generazioni». Un'idea già esplorata in alcune Regioni, come Friuli-Venezia Giulia, Lombardia e Piemonte, dove si incentiva, in via sperimentale, il part-time a fine carriera abbinato a nuove assunzioni.
Parigi è un punto di riferimento anche per il credito d'imposta sui salari bassi. Una formula collaudata da ben 12 anni e che il Governo sta pensando di riformare: il prime pour l'emploi, un premio fiscale sui redditi da lavoro dipendente fino a 17mila euro per aumentarne il potere d'acquisto. La misura esiste anche in Belgio e Gran Bretagna, con caratteristiche diverse (si veda l'infografica a fianco). «Nel nostro Paese il progetto partirà con un'introduzione graduale – sottolinea Carlo Del l'Aringa, sottosegretario al Welfare – e quando verranno individuate le risorse, anche utilizzando fondi europei».
La leva delle risorse Ue potrebbe essere una delle poche strade percorribili in tempi di vincoli di bilancio sempre più stretti. Gli investimenti per l'occupazione potrebbero inoltre entrare nella partita sulla golden rule che il Governo sta negoziando a Bruxelles. Il cantiere è dunque aperto: si studiano interventi per semplificare i contratti a termine, gli incentivi e le regole per l'apprendistato. Stefano Scarpetta, vicedirettore della direzione lavoro dell'Ocse, promuove gli sforzi italiani: «In tutta Europa la situazione è talmente grave che servirebbe un piano Marshall per i giovani, anche se le soluzioni vanno definite a livello nazionale. Una strada possibile è stimolare la domanda di lavoro da parte delle imprese, ma deve trattarsi di misure per favorire l'occupazione di giovani svantaggiati, ad esempio con basse qualifiche, che aumentano la forza lavoro». Secondo l'economista «per far funzionare questi interventi è necessario un maggior controllo per evitare abusi e occorre coinvolgere di più le imprese nell'apprendistato».

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