Tutto sull'Abenomics nel giorno del suo primo compleanno
di Stefano Carrer
13. La risposta alle preoccupazioni

Ai profeti di sventura la risposta ufficiale suono più o meno nel modo seguente. Il problema fondamentale del Giappone sarebbe quello della stagnazione deflazionaria: occorre quindi porre fine alla deflazione che da 15 anni fa da freno alla crescita, introducendo aspettative di inflazione per rendere meno prudenti i consumatori nella loro propensione a spendere e le imprese nei confronti degli investimenti.
La nuova politica monetaria contribuisce a indebolire lo yen (rilanciando le esportazioni), a sostenere la Borsa (migliorando la situazione delle società quotate e il "sentiment" degli individui) e a indurre le istituzioni finanziarie a diversificare il loro portafoglio dai bond verso asset di rischio e maggiori crediti all'economia reale. Si innescherà quindi un circolo virtuoso sotto molteplici aspetti: sarà frenata la delocalizzazione all'estero delle attività produttive, le imprese potranno aumentare i salari grazie a migliori prospettive di redditività, i consumatori finalmente compreranno oggi quello che costerà di più domani, le entrate fiscali aumenteranno con l'espansione delle attività economiche e così via.
La sintesi prospettata, insomma, coniuga il meglio del monetarismo (con la fiducia miracolistica nelle capacità della banca centrale), del keynesismo (con gli effetti moltiplicatori degli investimenti pubblici) e dello schumpeterismo (con le attese di una positiva distruzione creativa). Il tempo sarà giudice.
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