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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2013 alle ore 16:00.

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Enrico Letta (Lapresse)Enrico Letta (Lapresse)

Il presidente del consiglio, Enrico Letta, ha risposto alla lettera con la quale il presidente del consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha annunciato che la lotta alla disoccupazione, specie quella giovanile, sarà al centro del prossimo vertice europeo di giugno.

«Carissimo Herman, desidero ringraziarti - ha scritto il premier - per aver accolto la mia proposta di porre al centro dell'agenda del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno prossimi il tema della disoccupazione giovanile».

Secondo Letta «la lotta alla disoccupazione giovanile rappresenta la sfida prioritaria, per l'Italia e per l'Europa. In Italia oltre 2,2 milioni di giovani si trovano senza lavoro o senza lavoro e fuori da percorsi formativi. I dati delle recenti previsioni economiche della Commissione dimostrano che il problema della disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli allarmanti praticamente in tutti gli Stati membri. Senza misure straordinarie e mirate non sarà possibile invertire questo trend, aumentando il rischio che la disoccupazione giovanile diventi strutturale».

Usare il Fondo sociale per tagliare i costi delle nuove assunzioni
Proposte concrete, ringraziamenti, auspici, ma anche proposte concrete. La lettera del premier contiene anche un elenco di interventi che potrebbero smuovere le acque stagnanti della recessione: creazione di un vero mercato del lavoro europeo eliminando le barriere residue alla libera circolazione dei lavoratori; rafforzare il sistema EURES; coordinare meglio i servizi per l'impiego nazionali; adottare uno statuto europeo dell'apprendistato; accelerare l'adozione della nuova Iniziativa per l'occupazione giovanile fin dal 2014, utilizzando rapidamente la dotazione di 6 miliardi di euro. Infine, il capitolo fisco e contributi che gravano sul lavoro: Letta suggerisce di «usare tutto il potenziale del Fondo Sociale Europeo», che dovrebbe poter incentivare la creazione di nuova occupazione «anche finanziando tagli agli oneri fiscali e contributivi per le nuove assunzioni».

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