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Questo articolo è stato pubblicato il 26 maggio 2013 alle ore 17:01.

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Il presidente del COnsiglio, Enrico LettaIl presidente del COnsiglio, Enrico Letta

Mancano due giorni a mercoledì 29, giorno decisivo per la chiusura della procedura di infrazione europea contro l'Italia per deficit eccessivo, ma l'orientamento favorevole della Commissione Ue è già noto: le prime indiscrezioni sulla bozza del documento con le "Raccomandazioni" al nostro paese che l'esecutivo comunitario proporrà ai 27 Stati membri danno per certa l'archiviazione, accompagnata dall'invito ad insistere sulla strada del risanamento e del rispetto degli equilibri di bilancio.

Letta: risorse solo il prossimo anno

Senza dubbio una buona notizia, ma se mercoledì la Ue dovesse decidere l'uscita dell'Italia dalla procedura di deficit eccessivo non si libererebbero risorse immediate ma si avrà un impatto positivo solo a partire dal bilancio 2014. Lo ha chiarito il premier Enrico Letta, nel corso dell'incontro con le Regioni a palazzo Chigi, secondo quanto riferito da fonti di governo. Tuttavia, avrebbe spiegato Letta, se mercoledì verrà confermata la proposta della Commissione per l'uscita dalla procedura di infrazione, questo avrà effetti importanti non solo nel lungo periodo ma anche nel breve, perchè se usciamo dalla procedura l'Italia non avrà più monitoraggio e tutoraggio continui degli ultimi anni. Dunque se ci sarà la fine della procedura ci saranno anche effetti concreti, in particolare si eviteranno appesantimenti burocratici e lungaggini che frenano alcuni provvedimenti.

Sei "raccomandazioni" per non tornare tra i "cattivi"
Nella bozza del documento all'attenzione della commissione Ue un elenco in sei capitoli di obiettivi e scelte cui l'Italia dovrà attenersi per non tornare tra i "cattivi". Per quanto riguarda il "Consolidamento dei conti pubblici", la raccomandazione è di continuare l'azione di rafforzamento del nostro bilancio statale, mentre sul fronte "Pubblica amministrazione" si dovrà insistere nello sforzo di efficientamento della macchina pubblica per rendere piu' competitivo il nostro sistema produttivo. La terza raccomandazione riguarda il "Sistema bancario" italiano: anche qui, l'imperativo è renderlo più efficiente e produttivo. Per capitolo "Lavoro", la richiesta è di proseguire la starda tracciata dalla riforma Fornero, ma dando piu' spazio alla flessibilità nel mercato del lavoro, anche promuovendo la contrattazione decentrata, da privilegiare rispetto a quella nazionale. Altra priorità, il rilancio della formazione dei lavoratori, che dovrà essere resa piu' attenta alle reali esigenze del mercato del lavoro. Infine, "Fisco e concorrenza": la cosa piu' urgente è la riduzione della pressione fiscale su lavoro e imprese, e una maggiore apertura alla concorrenza del mercato dei servizi.

Alle porte una stagione di negoziati con la Ue
Con la chiusura della procedura di infrazione, ormai data per scontata, l'Italia rientra dunque tra i paesi europei virtuosi, ma per il Governo si può dire che ora inizia una difficile stagione di negoziati con l'Europa. Si tratta infatti di ampliare i margini di manovra e mettere a punto il piano per il rilancio dell'economia con gli interventi da finanziare da qui a dicembre, a partire dalla proroga dell'ecobonus per l'efficienza energetica che, salvo sorprese, approderà sul tavolo del prossimo Consiglio dei ministri.

Le priorità del governo tra investimenti e spesa corrente
Le priorità del governo Letta sono molte: dalla sterilizzazione dell'aumento dell'Iva, in calendario a luglio, al pacchetto occupazione (atteso per la fine di giugno) e la riforma dell'Imu, da varare entro agosto. Sul tavolo ci sono circa 12 miliardi di euro, non utilizzabili per finanziare la spesa corrente ma da destinare esclusivamente - queste una delle condizioni del via libera di Bruxelles - ad investimenti produttivi.

Dote che non scioglie il nodo delle coperture
na dote sostanziosa, resa disponibile grazie all'archiviazione della procedura di infrazione e il cui utilizzo potrà essere posto al di fuori del perimetro del Patto di stabilità ma che lascia irrisolto il nodo delle coperture per le spese non da investimento: 2 miliardi per l'Iva, altri 2 miliardi per la sospensione della prima rata Imu (che salgono a 4 miliardi in caso di abolizione della tassa come chiesto dal Pdl). Poi ci sono altri 80-90 milioni per finanziare la proroga fino al 31 dicembre 2013 della detrazione fiscale del 55% per gli interventi di efficienza energetica e il rifinanziamento dello sgravio del 50% sulle ristrutturazioni edilizie, entrambi in scadenza a giugno.

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