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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2013 alle ore 12:29.

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(Ap/LaPresse)(Ap/LaPresse)

Il Blog di Grillo, piazza virtuale del M5S ha in apertura l'attacco preventivo ai giornalisti di Paolo Becchi,che da ieri sera invita la stampa a non parlare di "crollo" del Movimento perché «tutti sapevano che nelle elezioni comunali il M5S non avrebbe certo ripetuto il risultato delle politiche», per non parlare del fatto che «non c'é nessun rapporto tra le consultazioni politiche nazionali e le elezioni locali», ma è nei commenti che si può misurare la reazione dei militanti, tutt'altro che benevola e portata a minimizzare il flop del voto amministrativo. «Io comincerei a pensare a un cambio di strategia partendo dal dato negativo che quasi lo 88% dei romani non ci ha votato. cosa ne pensate?», chiede ad esempio Dario C. riassumendo il pensiero di molti.

Strategia sbagliata che allontana i simpatizzanti
I risultati non sono andati giù a una buona percentuale dei militanti, che nei commenti fanno sentire la loro voce, pari ai molti che comunque confermano il loro appoggio senza se e senza ma al Movimento. «Il vero problema è che la strategia politica scelta a livello nazionale ha fatto perdere molto dell'entusiasmo alle persone che si erano avvicinate per la prima volta al M5S», spiega Roberto Q. «Va bene l'astensione e tutte le attenuanti del caso, ma il m5s doveva stravincere alle comunali (come altri hanno commentato, essendo un movimento dal basso, le amministrative dovrebbero essere il nostro pane quotidiano)», chiosa Andrea s.

Troppi errori di comunicazione
Giancarlo Migliaccio, da Dublino, ricorda che «Tutti possono sbagliare, l' importante è AMMETTERLO!!!! Non affrontare i media è una cazzata, passa il messaggio che abbiamo qualcosa da nascondere o non sappiamo dare risposte. Il movimento è ancora troppo legato alla figura di Beppe che da' molte risposte in prima persona». Riccardo Danesi punta il dito sulla politica aventiniana del Movimento, e profetizza una replica alle prossime Politiche: «Becchi sa benissimo che questo è il risultato di una "politica" di chiusura alla partecipazione di governo dopo il successo elettorale. Purtroppo questo si ripeterà anche alla prossime elezioni politiche». Alberto Vaccaro invita a non mettere la testa nella sabbia: «Dai...abbiamo perso consenso....ammettiamolo ma non siamo morti. Recuperare non sarà certamente difficile. Da semplice cittadino non riesco a sapere come lavorano i nostri rappresentanti nelle Istituzioni e per cui si ha la sensazione che non facciano nulla».

Alleanze con chi vuole cambiare le cose
Edoardo Borghi legge nei risultati un invito esplicito ad allearsi con le forze politiche orientate al cambiamento: «Le regole del gioco non si possono cambiare con il 25% dei voti degli elettori e quindi è inutile lagnarsi che sono avverse al M5S. Si può lentamente cambiarle come già sta avvenendo ( vedi finanziamento ai parti, si spera ) ma per farlo si deve governare e se non si può farlo da soli bisogna farlo con un alleato».

Autocritica di Grillo: non è colpa dei media ma della difesa dello status quo
In mattinata, il mare di commenti dei militanti - divisi tra chi appoggia le scelte del Movimento e chi prende spunto dalla battuta di arresto idi ieri per collecitare un cambio di strategia - induce Grillo a dire la sua. Controcorrente rispetto alla linea Becchi, il leader del M5S sottolinea che «Non è corretto attribuire il (mancato) voto di ieri al M5S ai pennivendoli che da dopo le elezioni politiche diffamano h24 il M5S sui giornali e su tutte le reti televisive, notoriamente di proprietà dei partiti. Non è giusto. Il risultato delle elezioni comunali non è stato frutto di cittadini disinformati. Al contrario, il voto, in quanto comunale, vicino alla realtà quotidiana, è stato dato in piena coscienza». «Non si tratta - ha sottolineato Grillo - di italiani che hanno sbagliato per consuetudine o per dabbenaggine, ma di persone pienamente responsabili della loro scelta. Non diamo la colpa ai giornalisti o ai talk show, per favore. Possono aver inciso, ma non più di tanto. Il 50% o poco meno non ha votato. Il rimanente è andato alle coalizioni di Pdl e pdmenoelle e in parte al M5S». La colpa del flop, per Grillo, sta nella difesa dello status quo da parte delle categorie di cittadini più garantiti.

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