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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2013 alle ore 19:15.
L'ultima modifica è del 31 maggio 2013 alle ore 10:05.

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È di sette anni di reclusione la richiesta di condanna della Procura per Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti, imputati per induzione e favoreggiamento della prostituzione, anche minorile in relazione al caso Ruby. Il pm Piero Forno ha chiesto anche una multa complessiva di 35mila euro, oltre alla interdizione perpetua dai pubblici uffici, l'interdizione perpetua da qualunque incarico in qualsiasi scuola di ogni ordine e grado e dall'ufficio in strutture pubbliche e private con minori.Le accuse sono di induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile in quanto alle feste (definite «orge bacchiche dal pm») nella residenza milanese di Silvio Berlusconi partecipava, questa è l'ipotesi, anche Ruby quando era minorenne.

Berlusconi all'attacco: argomentazioni lontane dalla realtà
La reazione del "convitato di pietra" del processo, Silvio Berlusconi, arriva nel tardo pomeriggio, con parole che sono una esplicita censura ai magistrati: «Le argomentazioni utilizzate dai Pm milanesi in relazione a quanto sarebbe accaduto nella mia casa, sono quanto di più lontano dalla realtà sia possibile immaginare». La requisitoria sul processo Ruby arriva dopo «Decine e decine di testimonianze - prosegue la nota diffusa da Berlusconi - hanno asseverato la assoluta normalità delle cene presso la mia residenza e la totale assenza di qualsiasi connotazione men che corretta». «La fantasia dell'accusa - sottolinea ancora Berlusconi- appare davvero senza confini e si spinge ad una patologia giuridica che non può che destare indignazione e preoccupazione. Sono certo - conclude la nota - che la forza della verità dimostrerà la totale infondatezza di tali incredibili ed inaccettabili ricostruzioni».

Ghedini: a Milano ennessima aggrssione delle toghe a Berlusconi
Piu' tecnico il commento dell'avvocato del leader del Pdl, Niccolò Ghedini: «la requisitoria di quest'oggi pronunciata nel processo Fede, Minetti, Mora non può che lasciare stupiti per la mancanza di correlazione fra la realtà processuale e le tesi accusatorie. A casa del Presidente Berlusconi - afferma - mai si sono verificati accadimenti quali quelli narrati. Tutti i testimoni non solo hanno escluso qualsiasi attività prostituiva ma anche che si siano verificate situazioni volgari o illecite. Ancora una volta a Milano assistiamo ad una aggressione totalmente sganciata dalle risultanze processuali alla vita privata e all'onorabilità del Presidente Berlusconi che non può non destare sconcerto».

La prossima udienza del processo "Ruby 2" (il "Ruby 1" è quello che vede sul banco degli imputati l'ex premier) é in calendario per il 7 giugno prossimo, quando prenderanno la parola gli avvocati di parte civile. Il 21, il 28 giugno e il primo venerdì di luglio, saranno dedicate alle arringhe dei difensori e il 12 è possibile il pronunciamento della sentenza.

Le reazioni degli imputati
«Non mi riconosco nella persona che è stata descritta dai pm, non sono quella persona e non ho altro da dire». Così, parlando coi cronisti, Lele Mora ha commentato la richiesta. «Oggi sono venuto per rispetto del tribunale e della corte, perchè è giusto esserci», ha aggiunto l'ex talent scout.
«Di fronte ad un'innocente, questa certamente è una richiesta eccessiva». Questa invece la risposta a caldo dell'avvocato Pasquale Pantano, legale di Nicole Minetti. Secondo l'altro legale dell'igienista dentale e poi cosigliere regionale, l'avvocato Paolo Righi, si tratta «di una richiesta sorprendente, anche perchè il dibattimento, a tutto voler concedere, ha dimostrato che il ruolo di Minetti è stato estremamente marginale».

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