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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2013 alle ore 19:15.
L'ultima modifica è del 31 maggio 2013 alle ore 10:05.

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Ecco gli interventi più significativi della requisitoria dei due pm Pietro Forno e Antonio Sangermano:

Mora, Minetti e l'avvocato Giuliante hanno inquinato le prove
Lele Mora, il suo avvocato Luca Giuliante e Nicole Minetti si sarebbero resi protagonisti di un «gravissimo inquinamento probatorio» nei confronti di Ruby. A sottolinearlo Antonio Sangermano che definisce come un fatto di orribile valenza l'interrogatorio del 6 ottobre 2010 a cui Ruby fu sottoposta per "riferire del contenuto delle conversazioni con i pm". Karima "era minorenne ed e' stata sottratta all'unico organo di tutela per lei: la Procura della Repubblica". Cio' dimostrerebbe "con evidenza l'allarme e la paura degli imputati" confermando "l'impianto accusatorio" della pubblica accusa.

«Gli imputati sapevano che era minorenne». Questa è la prima delle accuse del pm Antonio Sangermano in un passaggio della sua requisitoria dove ha anche aggiunto «Ruby ha tentato una impresa ragguardevole, e cioè di screditare se stessa» riferendosi alla testimonianza della ragazza di venerdì scorso. In quell'udienza Karima-Ruby El Marhoug aveva ripetuto di aver detto quasi sempre e solo «balle» nei suoi colloqui con gli inquirenti e condendo la sua testimonianza di tanti «non ricordo», la «memoria può fallire». In quell'occasione Ruby aveva confermato di aver ricevuto soldi da Silvio Berlusconi ma di non aver mai fatto sesso con lui.

Emilio Fede e Lele Mora gli «assaggiatori» per le serate di Arcore
«Emilio Fede e Lele Mora, non diciamo compari, perché é un termine dispregiativo, ma definiamoli sodali che saggiavano la gradevolezza delle ragazze, facevano l'esamino per vedere se avevano anche una capacità socio-relazionale e poi le immettevano nel circuito delle serate ad Arcore, un circuito a cui non è sfuggita nemmeno Ruby". I due con Nicole Minetti, continua il pm,«hanno concorso all'intrusione di Ruby nel circuito».
E ha aggiuntio: «Quando Emilio Fede ha visto Ruby nell'ormai famoso concorso di bellezza in Sicilia, nel 2009, non si è certo limitato alla solidarietà morale per la sua storia di disagio, ma ha rilevato la sua gradevolezza estetica e l'ha ritenuta idonea e perfetta per le serate di Arcore».

Il bunga bunga non è nostra invenzione
«Il bunga bunga non è il parto della torbida mente degli inquirenti, ma un contesto dell' attività di prostituzione». E' questo un altro passaggio della sua requisitoria nel quale il pm ha ribadito che «gli eventi organizzati ad Arcore avevano certamente una natura prostitutiva».

Nicole Minetti non era solo intermediaria
Coninua il pm: «Nicole Minetti non ebbe solo un ruolo di "intermediazione", ma partecipò alle feste di Arcore "compiendo anche atti sessuali retribuiti. Partecipava alle tre fasi delle cene (individuare, reclutare e remunerare le ragazze) , svolgendo un fondamentale ruolo nella corresponsione di corrispettivi economici alle partecipanti alle serate».


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