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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2013 alle ore 10:34.

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Oggi in aula a Milano è stato il giorno della difesa di Silvio Berlusconi, accusato di concussione e prostituzione minorile. L'avvocato dell'ex premier, Niccolò Ghedini, ha preso la parola e definito «prevenuti» i giudici: «Nel corso di questo processo ho avuto l'impressione di ingenerare un certo qual fastidio nei confronti dei giudicanti» e ha aggiunto che la richiesta di pena a sei anni di carcere chiesta dal pm Ilda Boccassini è «stratosferica e straordinaria». Ghedini, in apertura del suo intervento, ha chiesto anche di acquisire i verbali delle dichiarazioni rese da Ruby nel processo a Minetti, Fede e Mora.

Per Berlusconi Ruby era egiziana
Silvio Berlusconi è sempre stato convinto che Ruby-Karima fosse una ragazza egiziana vicina all'ex presidente Hosni Mubarak. Lo ha sottolineato Ghedini citando il pranzo istituzionale che vedeva riuniti intorno allo stesso tavolo una delegazione del governo italiano insieme alle massime autorità egiziane: «È ovvio che se Silvio Berlusconi ha parlato di questa ragazza in un pranzo istituzionale, doveva essere convinto che la ragazza fosse davvero egiziana e in qualche modo vicina a Mubarak». La circostanza, ha detto ancora Ghedini, trova conferma dalla testimonianza rilasciata in aula da Valentino Valentini, ex consigliere di Berlusconi per la politica estera, che però «la Procura ritiene un teste falso».

Nessuna concussione perché il fatto non sussiste
Silvio Berlusconi non si è mai reso responsabile del reato di concussione. Ne è convinto il suo legale che ha chiesto «l'assoluzione perché il fatto non sussiste».
Il riferimento è alla telefonata fatta da Berlusconi il 27 maggio 2010 ai funzionari della questura di Milano per spingerli a consegnare Ruby nelle mani di Nicole Minetti, e non in una comunità per minori così come aveva prescritto il pm di turno quella notte.
«Secondo la procura in questo modo l'allora presidente del Consiglio avrebbe abusato della sua qualità di pubblico ufficiale per sottrarre Ruby all'autorità. Non si riesce a capire, da quale autorità, dal momento che Ruby non doveva essere arrestata né portata in carcere». Inoltre, secondo il legale, «non sempre le azioni compiute da un pubblico ufficiale possono essere considerati reati contro la pubblica amministrazione. Possono essere - ha sottolineato - anche azioni umane».

Prostituzione minorile? Reato non c'è, nessun rapporto sessuale
Così come la concussione, anche la prostituzione minorile, secondo capo di imputazione contestato a Berlusconi nell'ambito del processo Ruby è un «reato che non c'è» dice Ghedini, che ha tentato di smontare l'impianto accusatorio della Procura che contesta al leader Pdl la prostituzione minorile per presunti rapporti sessuali avuti a pagamento con Ruby quando quest'ultima era minorenne. Ghedini ha citato l'articolo del codice penale 600 bis, quello dedicato alla prostituzione minorile, spiegando che questo «richiede una diretta correlazione tra il rapporto sessuale e la dazione di denaro. Altrimenti - ha evidenziato il legale - il reato non c'è...prove convergenti dicono che non ci sono stati rapporti sessuali tra Silvio Berlusconi e Ruby».

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