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Questo articolo è stato pubblicato il 04 giugno 2013 alle ore 10:51.

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Beppe Grillo durante il comizio a Piazza Armerina, in una immagie tratta dal twitter del leader del M5S (Ansa/Twitter)Beppe Grillo durante il comizio a Piazza Armerina, in una immagie tratta dal twitter del leader del M5S (Ansa/Twitter)

"Fuori! Vai via. Chi sei? Per chi lavori? Questa gente deve essere isolata", Beppe Grillo dal palco di Piazza Armerina dà vita all'ennesimo show di pessimo gusto e, dimostrando un rispetto non comune per una persona che sta facendo il suo lavoro (nella fattispecie un cameraman) gli aizza contro la folla fino a riuscire nel suo intento.

La democrazia vista da Grillo è qualcosa di stranamente curioso: non prevede pluralità di informazione. Prevede in compenso insulti, improperi, accuse, e infamie sparse tipo briciole di pane ai piccioni affamati e rabbiosi che di quelle briciole si nutrono e ingrassano di odio anche verso chi non ha colpe ma appartiene a una categoria di lavoratori: che sono i giornalisti non pennivendoli. Prendersela con un cameraman, costringerlo ad andarsene, magari senza avere portato a casa il servizio che gli era stato commissionato, e metterlo alla gogna sulla pubblica piazza accusandolo dei mali di una Repubblica è atto vigliacco peggio che rubare il ciuccio a un neonato. E' qualcosa che fa pensare ad altro che alla democrazia, fa pensare che l'informazione per essere tale debba passare sotto lo sguardo di una censura che sancisce il diritto a raccontare ciò che accade.

E in effetti Grillo non si smentisce nemmeno su questo. Roma piazza del Popolo, 24 maggio, chiusura della campagna elettorale del candidato sindaco a 5 Stelle. Grillo rilascia un'intervista (miracolo) a un giornalista (un bravissimo giornalista, sia chiaro) di Sky: Andrea Bonini. Lo stesso (e al momento anche l'unico) che ha avuto il riccioluto Masaniello tre volte ai suoi microfoni: prima dello scorso maggio lo ha intervistato nel 2009 e nel 2011. "Potenza reggiana", si legge nei commenti alle foto dell'evento. Già perché Andrea Bonini è di Reggio Emilia, incidentalmente come Matteo Incerti, attivista più che fidato, fedele, della coppia Grillo Casaleggio, che ora fa parte dello staff comunicazione pentastellato al Senato. I due, Incerti e Bonini, si conoscono bene e il primo si fida del secondo: "Ne rimarrà solo uno: Andrea Bonini l'unico a intervistare Beppe Grillo in diretta tv 2 volte! La prima nel 2009 dopo 15 anni e ancora nel 2013". Mi correggo, 3, una anche nel 2011", scrive Incerti entusiasta.

Bravo, bravissimo il collega di Sky che però, viene da chiedersi, che sia l'unico in tutto lo stivale a non essere un pennivendolo prezzolato al soldo dei partiti? No, non lo è. Eppure è l'unico che Grillo accetta di incontrare. Agli altri, potendo, strapperebbe il microfono dalle mani per saltarci sopra. Da Floris alla Annunziata (anche lei nel mirino del bazooka a 5 Stelle, accusata di essere a libro paga dell'Eni quando era al Tg3) alla Gabanelli fino ai giovani cronisti precari che lavorano per 3 euro ad articolo e che lo inseguono per mari e monti.

La furia di Grillo contro la stampa, l'ex comico la giustifica usando, se possibile, un episodio drammatico avvenuto pochi giorni fa: "Siamo in guerra. Io sono stufo, hanno messo in pericolo la mia famiglia, devo reagire. Hanno pubblicato l'indirizzo di casa mia e da allora vengono da me dei pazzi depressi. Io non ci sto più al gioco di questa gente qua. Hanno detto in una trasmissione tv che un uomo si è dato fuoco per colpa mia". Uscita di pessimo gusto: l'uomo in questione (intervistato dalla tv del quotidiano La Repubblica davanti a casa di Grillo con cui voleva parlare per esporgli i problemi della sua impresa) si è veramente dato fuoco pochi giorni dopo, ed è morto.

L'ex comico genovese dovrebbe ricordare che la vita di un essere umano, la sua dignità e il suo lavoro in un paese democratico sono difese da quella stessa Costituzione che i suoi soldatini eletti in parlamento leggono in occupazione. Dovrebbe ricordarlo, sì e dovrebbe ricordare anche come riusciva a far ridere la gente, perché oggi Beppe Grillo non fa più ridere nessuno.

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