Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2013 alle ore 18:38.

My24

«Strettamente confidenziale». Con questa dicitura sulla copertina del rapporto il Fondo monetario internazionale ammette di aver sbagliato nel salvataggio di Atene: l'Fmi ha pesantemente sottovalutato i danni delle misure di austerità prescritte nel piano di salvataggio concesso alla Grecia.

Si tratta del secondo capitolo di quell'errore di valutazione sul peso delle misure di austerità che già aveva adombrato il capo economista Olivier Blanchard quando aveva ammesso che il Fondo aveva usato un moltiplicatore sugli effetti delle politiche recessive sulla crescita dello 0,5, mentre quello vero era dell'1,5. Il risultato? I salvataggi futuri non saranno legati a condizioni tanto distruttive quanto quelle che Atene ha dovuto affrontare.

L'ammissione di colpa è stata scoperta dal Wall Street Journal, che ha avuto accesso a un documento interno timbrato come «strettamente confidenziale» e che dovrebbe essere diffuso domani. Un documento che contrasta pesantemente con le dichiarazioni dal direttore generale del Fondo monetario, Christine Lagarde, che, nel corso di un'intervista rilasciata ieri sera, ha detto che Atene potrebbe tornare sul mercato dei capitali l'anno prossimo.

Ma torniamo al documento del Fondo dove gli autori sostengono comunque che il salvagente lanciato nel 2010 ad Atene «ha dato più tempo all'area euro per costruire una cortina di protezione a beneficio di altri Paesi membri vulnerabili evitando effetti potenziali gravi per l'economia globale». Un aiuto che è costato 47 miliardi di dollari al Fondo, il maggiore aiuto rispetto alla grandezza del paese.

In più occasioni, vari membri del Fondo, così come il numero uno Christine Lagarde, hanno detto apertamente che quel debito era «sostenibile». Ma dal documento confidenziale emerge una realtà molto diversa: che le incertezze legate al salvataggio greco erano «così significative che lo staff era incapace di garantire che il debito pubblico fosse sostenibile con una elevata probabilità».

Il Fondo ammette di essere stato troppo ottimista sulla capacità del governo greco di tornare ad accedere al mercato dei capitali. L'istituto guidato dall'ex ministro dell'Economia francese, critica a posteriori soprattutto i ritardi della ristrutturazione del debito greco, arrivato solo nel maggio del 2012, due anni dopo il via libera al primo salvataggio da 110 miliardi di euro: una ristrutturazione immediata sarebbe costata meno ai contribuenti d'Europa e avrebbe risolto prima i problemi di trasmissione del contagio. Ma la Germania era come paralizzata e timorosa di rompere un tabù: quello di aiutare un paese membro in crisi non di liquidità ma di solvibilità e quindi a rischio bancarotta.

Ma comunque l'operazione di salvataggio ha permesso di guadagnare tempo e di costruire una cortina di salvataggio per proteggere i paesi vulnerabili ed evitare gli effetti severi a tutta l'economia globale. Magra consolazione. La Grecia ha pagato duramente per i ritardi e gli errori di valutazione del Fondo: una ammissione tardiva e inquietante.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi