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Questo articolo è stato pubblicato il 11 giugno 2013 alle ore 10:31.

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Enzo Bianco (Ansa)Enzo Bianco (Ansa)

di Nino Amadore

C'è un vincitore assoluto in questa tornata elettorale siciliana che ha coinvolto 142 comuni tra cui alcuni grossi centri come Catania, Messina, Siracusa e Ragusa. Ed è senza dubbio Enzo Bianco che a Catania ha battuto al primo turno Raffaele Stancanelli candidato del centrodestra: previsioni confermate dunque per il "sindaco dei gelsomini" come è definito Bianco già primo cittadino del capoluogo etneo nel 1988 e poi nel 1993 e poi ministro dell'Interno. Ieri sera a spoglio ancora in corso Bianco ha dichiarato: «Un catanese su due ha votato per me» e in effetti a notte fonda si conferma che la quota di voti per Bianco supera di poco il 50% per cento.

Va detto: in Sicilia la bilancia pende tutta a favore del centrosinistra anche se l'astensionismo si conferma determinante (l'affluenza si è fermata poco sopra il 66% e in pratica mezzo milione di siciliani ha disertato le urne) mentre il movimento Cinque Stelle che aveva presentato candidati a sindaco in alcuni comuni non conferma il grande risultato delle regionali pur piazzando al ballottaggio il candidato in un centro importante come Ragusa. Insieme al centrodestra che si presenta diviso in molti casi e che perde quasi tutte le piazze importanti in cui amministrava (a parte Catania, Messina, Ragusa mentre a Siracusa un candidato di destra andrà al ballottaggio con il candidato del centrosinistra) a essere sconfitta è l'efficienza: lo spoglio è andato avanti per tutta la notte e ancora stamattina in alcuni casi i risultati erano incerti. Altra questione che resta da valutare in questa tornata elettorale siciliana: si vedrà nei prossimi giorni come ha funzionato la preferenza di genere (la seconda preferenza sulla scheda andava data a una donna obbligatoriamente) che è stata introdotta dall'assemblea regionale un paio di mesi prima delle consultazioni (il voto è stato rinviato a giugno anche per questo motivo).

Il bilancio politico complessivo chiama in causa il governo regionale che ne esce rafforzato e in particolare i rapporti tra i partiti della coalizione: il Pd, l'Udc e il movimento Il Megafono di cui è leader fondatore il presidente della regione Rosario Crocetta. Il voto è stato preceduto dalle accuse di una parte del Pd (l'area che fa capo all'ex senatore ennese Mirello Crisafulli) che ha accusato Il Megafono di essere in concorrenza con il Pd. Il risultato del voto dà ragione all'asse di governo: per esempio a Messina, la città in cui ha un peso notevole il ministro Gianpiero D'Alia ma anche uno degli azionisti di maggioranza del Pd siciliano come Francantonio Genovese e dove il candidato del centrosinistra Felice Calabrò vince di gran lunga e al secondo posto si piazza Renato Accorinti espressione del movimento No Ponte mentre il centrodestra ne esce male e dilaniato dalle faide interne. L'analisi dettagliata del voto dirà come sono andate le cose e si vedrà se il dato è confermato dal risultato dei ballottaggi: uno sarà, per esempio, a Comiso dove ha fin qui governato il centrosinistra. Intanto già ieri Giuseppe Lupo, segretario regionale dei Democratici,commentava: «Gli elettori siciliani hanno premiato le liste e i candidati del Pd, confermando la volontà di proseguire il percorso di cambiamento avviato con la vittoria di Rosario Crocetta. Il merito dei risultati ottenuti è dei nostri candidati e dei nostri militanti impegnati sul territorio. Adesso insieme a loro daremo il massimo per governare bene i comuni e per vincere dove andremo al ballottaggio tra due settimane».

E Crocetta dal canto suo dice: «Il voto delle amministrative rafforza l'azione del mio governo e smentisce chi aveva detto che avremmo fatto male al centrosinistra. Quella de Il Megafono non è una lista conflittuale col Partito democratico, e io penso che si dovrà arrivare a una federazione col Pd per fare un nuovo modo di fare partito: non quello del secolo scorso, ma quello che si contamina con i movimenti. Sembra che la rivoluzione siciliana si sta facendo anche nelle città, si sta strutturando una nuova coscienza che vede il centrosinistra affermarsi, sia il Pd e il Megafono, per dire quanto siamo complementari, ed è ora di finirla con tante polemiche».

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