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Questo articolo è stato pubblicato il 12 giugno 2013 alle ore 11:35.

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Il Governo accelera sul «decreto del fare» per lavoro, imprese e fisco - Le semplificazioni in edilizia - L'allarme di Confcommercio

Il Governo lavora a un decreto shock di 20-30 articoli al massimo. Un provvedimento d'urgenza da licenziare nel fine settimana su economia, occupazione giovanile, sburocratizzazione e giustizia, che sarà accompagnato da un nutrito pacchetto di semplificazioni. Mentre sulle due partite del fisco chiamate Iva e Imu l'Esecutivo è alla ricerca delle coperture e si prende tutto il tempo utile, fino all'ultimo giorno di questo mese per evitare l'aumento dell'Iva e fino a luglio per rivedere l'imposta sulla casa.

Le risorse dai tagli di spesa e dai fondi europei
Abolire l'Imu sull'abitazione principale e sugli altri beni che godono della sospensione del pagamento dell'acconto di giugno (alloggi popolari, terreni e beni agricoli strumentali) costa complessivamente 4,8 miliardi, come recita la relazione tecnica al decreto Imu-Cig all'esame della Camera. Evitare l'aumento dell'aliquota ordinaria Iva dal 21 al 22% in agenda il prossimo 1° luglio richiede 2 miliardi da qui a fine anno e altri 4 a regime. A queste poste poi si devono aggiungere le risorse necessarie per rilanciare l'economia con gli sgravi per chi assume, il pacchetto giustizia e le spese indefferibili, dalle missioni di pace all'edilizia scolastica. A via XX settembre si continua a lavorare per trovare i fondi necessari e come ha precisato questa mattina il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, intervenendo ad "Agorà" su Raitre, «L'aumento dell'Iva che scatterà a luglio sarà scongiurato soltanto se il governo riuscirà a reperire le risorse dai tagli alla spesa, altrimenti l'incremento dell'aliquota verrà solamente rinviato».

Il ministro ha inoltre chiarito che lui «è per abbassare il più possibile le tasse, ma questa è una buona volontà che si deve tradurre in pratica». Sul nodo risorse ieri in serata era intervenuto lo stesso ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, ribadendo in un'intervista al Tg2 che «sul fronte della spesa ci potrebbero essere comunque risorse utilizzabili». Inoltre, ha precisato Saccomanni, «si può fare subito qualcosa con i fondi europei già programmati che debbono essere spesi dalle Regioni».

Il pacchetto lavoro
A sfruttare almeno in parte le risorse europee potrebbe essere subito il pacchetto lavoro del decreto in arrivo per il fine settimana. Una serie di misure finalizzate a rilanciare l'occupazione giovanile con sgravi ad hoc (con durata e portata da definire solo quando si conosceranno i saldi dell'operazione), a rivedere le norme sui contratti a termine (con riduzione per norma primaria dei tempi di intervallo per i rinnovi e un'estensione del dispositivo della causalità) e a semplificare l'apprendistato. Per gli sgravi le riflessioni dei tecnici ruotano attorno a tre strumenti classici: il credito d'imposta, gli sgravi contributivi (da considerarsi a tempo e con scalettature varie) i finanziamenti in conto capitale ai datori che assumono giovani.

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