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Questo articolo è stato pubblicato il 12 giugno 2013 alle ore 12:36.

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Prezzi in picchiata e polemiche. Così il mercato dei pannelli. Ma la pole position va al Giappone

Brindano i teorici dei benefici effetti dei grandi traumi sullo sviluppo. Nella resurrezione economica giapponese del post-Fukushima l'aspetto più evidente è proprio quello delle energie rinnovabili. Tanto è vero che con una crescita del 270% in termini di gigawatt "verdi" nel primo trimestre, a fronte della flessione del 34% in Europa, il Giappone sta superando la Germania per diventare, nell'ultimo scorcio del 2013, il primo mercato del fotovoltaico mondiale in termini di ricavi. Lo prevede uno studio di Ims Research, specificando che sebbene il Giappone installerà quest'anno meno impianti fotovoltaici della Cina, che rimane il primo mercato mondiale per gigawatt, il prezzo più alto dei sistemi fotovoltaici nipponici porterà comunque il paese del sol levante in testa nel business complessivo.

Il trend, che gli analisti correlano direttamente al disastro nucleare di Fukushima, si è manifestato nei primi tre mesi dell'anno, quando in Giappone sono stati installati impianti per una potenza di 1,5 gigawatt rispetto agli 0,4 del pari periodo 2012. Secondo gli analisti il fenomeno proseguirà durante tutto il 2013, con la domanda di fotovoltaico che dovrebbe raddoppiare rispetto allo scorso anno. E in termini di ricavi il Giappone passerà dal 14% del 2012 al 24% del mercato globale, mentre la Germania, al primo posto dal 2009 al 2012, scenderà in terza posizione.

Nei volumi manifatturieri la Cina sembra peraltro inattaccabile, almeno per ora. Suo il dominio assoluto nel mercato dei pannelli, al centro proprio in questi giorni della nuova battaglia commerciale fra Bruxelles e Pechino. Valuta l'agenzia specializzata Bloomberg New Energy Finance, il 71% della produzione mondiale di pannelli avviene in Cina, rispetto al 34% del 2007. In Europa, solo la Germania ha una quota dignitosa (7%), ma il resto della produzione del Vecchio Continente è trascurabile (meno dell'1% escludendo la norvegese Rec che produce a Singapore). E così l'Europa, dove è installata la maggior parte dei pannelli, ha importato nel 2011 (la stima viene direttamente dalla Commissione europea) circa 21 miliardi di euro di pannelli cinesi a basso costo. Stima lo studio Ihs che il mercato del fotovoltaico ha raggiunto nel 2012 circa 77,5 miliardi di dollari (circa 60 miliardi di euro), con una crescita del 18% rispetto al 2011.
Continua intanto a diminuire il prezzo dei pannelli, trascinando le polemiche sulle presunte pratiche di dumping dei produttori cinesi, sull'onda comunque di una evidente over-capacity. Nella top ten del 2012 dei più grandi produttori di pannelli solari, secondo Ihs, sei sono cinesi (Yingli, Trina Solar, Suntech, Canadian Solar, Ja Solar e JinkoSolar), con Yingli che mantiene la prima posizione mondiale per volumi. Nel gruppo di testa ci sono due americani (First Solar e SunPower, un gruppo di Singapore (Flextronics) e un sud-coreano (Hanwha) che ha rilevato la tedesca Q-Cells.
(F.Re.)

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