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Questo articolo è stato pubblicato il 13 giugno 2013 alle ore 11:46.

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Squinzi: rivedere la legge Fornero - Giovannini: piano per l'occupazione da un miliardo  - Marchionne: serve un piano Marshall

Fare dell'occupazione in chiave europea la priorità del Governo non basta: occorre anche intervenire urgentemente sul costo del lavoro e cambiare le norme (recenti) che hanno ingessato il mercato del lavoro. Questo il messaggio per Palazzo Chigi lanciato dal leader di Confindustria, Giorgio Squinzi, nel suo intervento dal palco del Congresso Cisl in corso a Roma. In concreto, a fronte di risorse «limitatissime», si tratta di puntare sulla «neutralizzazione del costo del lavoro dalla base imponibile Irap» e sul taglio di una
decina di punti sul costo del lavoro». I margini, sottolinea, ci sono: «Negli ultimi 9 anni la Germania ha tagliato il costo del lavoro del 2% da noi è aumentato del 9 per cento».

Quanto alla riforma Fornero, «va rivista profondamente perché negli effetti ha tolto flessibilità in entrata senza aggiungerla in uscita con il risultato di irrigidire le relazioni industriali». Per il presidente degli industriali, occorre «puntare a una crescita forte e alla creazione consistente di posti di lavoro», per mettere un freno alla disoccupazione giovanile. Un fronte, ricorda, da cui arrivano «dati tragici, rischiamo di perdere una, forse due generazioni di giovani e non possiamo permettercelo, pena l'arretramento drammatico dei livelli sociali e civili del Paese».

Porre il lavoro al primo posto dell'agenda, insiste Squinzi, è l'unico modo per ritrovare la strada della crescita, che dovrà essere consistente per poter dire di essere usciti dal tunnel della crisi: «tornare a una crescita dello 0,5%-0,7% l'anno non porterà posti di lavoro. Serve una crescita superiore». «Il nostro declino - ricorda - é iniziato quando non si é più tenuto al centro degli interessi del Paese il lavoro».

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