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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2013 alle ore 18:20.
L'ultima modifica è del 14 giugno 2013 alle ore 13:00.

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Stefano Fassina, viceministro dell'EconomiaStefano Fassina, viceministro dell'Economia

Lo scontro nella maggioranza sull'Iva continua. Con un pressing crescente del Pdl che chiede al governo di trovare le risorse per evitare l'aumento e plaude alle dichiarazioni di chi, nella componente di centrosinistra dell'esecutivo, lascia aperto uno spiraglio. A cominciare dall'intervista ad Avvenire di Stefano Fassina. Mentre il premier Enrico Letta, senza citare esplicitamente l'Iva, frena: «Bisogna saper dire dei no». Da Ancona il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato ricorda che «nessuno vuole aumentare l'Iva, bisogna trovare le risorse». E il Popolo della Libertà rilancia: a margine della Conferenza dei prefetti, il vicepremier Angelino Alfano sottolinea: «Ci battiamo e ci batteremo per eliminare l'Imu sulla prima casa e per evitare l'aumento dell'Iva. Non è un capriccio ma l'obiettivo che ci siamo dati».

Alfano: ci batteremo per evitare l'aumento dell'Iva
Per il Pdl congelamento dell'aumento dell'Iva e abolizione dell'Imu sulla prima casa, dunque, rimangono due punti fondamentali. Alfano ricorda che per questi due motivi «siamo entrati al governo. Attendiamo che il ministro dell'economia completi il proprio lavoro di ricognizione sulle fonti di copertura per compensare queste spese e al termine esprimeremo il nostro giudizio». «Per noi - conclude Alfano - l'Imu è una bandiera e non ammaineremo la nostra bandiera. Questo va detto in termini molto chiari». E Fabrizio Cicchitto avverte: «Il doppio no al blocco dell'Iva e all'abolizione dell'Imu non è accettabile e richiede un confronto collegiale nella maggioranza e nel governo».

Fassina: il Governo lavora per evitare aumento Iva
Ad aprire allo stop dell'aumento dell'Iva è il vice ministro dell'Economia Stefano Fassina. La linea del Governo, sottolinea nell'intervista rilasciata ad Avvenire, resta quella di evitare l'aumento dell'imposta, dal momento che «quel punto in più sarebbe un colpo terribile a un Paese piegato». L'obiettivo, spiega ancora Fassina, è «rinviare la scadenza di luglio a fine gennaio 2014. Poi nella legge di stabilità con un quadro macroeconomico aggiornato, verificheremo una copertura strutturale che consentirà la cancellazione». Secondo il vice ministro, una soluzione potrebbe essere quella di «recuperare risorse dall'evasione per aumentare le detrazioni ai redditi bassi». Plaude il Pdl. «Nel Pd torna il buon senso», afferma in una nota Renato Brunetta.

La proposta di Fassina: possibile rinvio al 2014 da +15 mld debiti a imprese
Intervenendo in mattinata a un convegno dell'università La Sapienza, Fassina ricorda che sull'Iva «stiamo ragionando su diverse soluzioni: se aumentassimo di 15 miliardi nel prossimo semestre i pagamenti dei debiti della Pa alle imprese e lo facessimo in riferimento ai debiti di spesa corrente, potremmo utilizzare l'Iva che ne viene per spostare almeno fino al 1 gennaio 2014 l'aumento previsto a luglio». I 15 miliardi, sottolinea ancora il viceministro, sarebbero aggiuntivi rispetto ai 40 già sbloccati in due anni.

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