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Questo articolo è stato pubblicato il 15 giugno 2013 alle ore 16:10.

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Il Csm replica ad Ingroia: mai "punito" il Pm, Aosta sede obbligata dopo la corsa elettorale

Ieri l'annuncio dell'abbandono della toga da parte dell'ex Pm Antonio Ingroia, con contorno di polemiche sul presunto atteggiamento "punitivo" del Csm che dopo la sua avventura politica come leader di "Rivoluzione civile" lo aveva ricollocato in magistratura spedendolo al tribunale di Aosta: oggi, la replica risentita dell'organo di autogoverno dei magistrati, che in una nota definisce «destituite di ogni fondamento» le accuse di Ingroia, mai penalizzato nella sede di lavoro per reazione al suo ruolo nell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia.

Il Consiglio superiore della magistratura sottolinea che «il Csm si è limitato ad applicare la legge. L'assegnazione alla sede di Aosta era obbligata, trattandosi dell'unico circondario in cui il magistrato non si era candidato alle elezioni». Non percorribile, poi, la strada dell'assegnazione alla Dna, dove un posto risulta scoperto: «L'assegnazione alla Procura nazionale antimafia - spiega il Csm – non poteva avvenire per concorso virtuale e non erano immaginabili deroghe ad personam. Del resto - sottolinea ancora palazzo dei Marescialli - il giudice amministrativo, a cui si e rivolto il dott. Ingroia, ha sinora confermato la correttezza delle decisioni del Consiglio. Chiunque è libero di fare le proprie scelte, ma deve assumersene le responsabilità e non scaricarle sugli altri».

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