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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2013 alle ore 20:00.
L'ultima modifica è del 16 giugno 2013 alle ore 14:45.

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Erdogan evoca il complotto dei media stranieri e dell'opposizione - Un urticante nell'acqua degli idranti

Nuovi incidenti e alcune decine di arresti a Istanbul, dove, dopo il violento sgombero - sabato notte - degli occupanti a piazza Taksim e Gezi Park, oggi erano state convocate quasi simultaneamente due manifestazioni di senso contrario, del partito governativo Akp e dei manifestanti anti-Erdogan che animano da quasi 20 giorni la protesta "Occupy Gezi". Il premier ha tenuto il suo comizio in un'area periferica della metropoli, davanti a una folla oceanica, che ieri era annunciata di 100 mila persone e oggi è stata stimata dagli organizzatori in un milione.

Erdogan grida al complotto di media stranieri e opposizione
Reyep Tayyip Erdogan ha attaccato la «lobby dei tassi d'interesse» e i media stranieri, di fatto denunciando nuovamente un complotto: «Se volete vedere la vera Turchia è qua, non è quella che mostrano le tv internazionali. Cnn, Reuters e gli altri, provate a nascondere questo meeting, da giorni raccontate solo balle, addirittura si parla di una possibile primavera turca». Il premier ha esaltato i supporter del suo partito, l'Akp, definiti pacifici al contrario dei manifestanti che, addirittura, ha accusato Erdogan, avrebbero bruciato copie del Corano. Una cosa è certa, Erdogan intende sgomberare definitivamente il parco Gezi, perché, ha detto «non è di un gruppo singolo, è di tutti». Quindi: «Libereremo il parco a qualunque costo, nonostante Kilicdaroglu (capo del Chp, il partito popolare repubblicano all'opposizione, che ieri ha definito «un crimine contro l'umanità» l'assalto della polizia a Gezi Park con le ruspe) e i gruppi terroristi». Il premier ha sfidato gli oppositori a batterlo nelle elezioni del 2015 e ha infuocato gli animi riferendo episodi di vandalismo nelle moschee (manifestanti sarebbero entrati con scarpe e birra) oltre che un caso di aggressione a una donna velata.

Ritorno a Taksim dopo una notte di scontri e violenze
I manifestanti sabato notte avevano convocato una manifestazione a Taksim - presidiata da un massiccio dispositivo di polizia, che non ne ha consentito l'accesso - per protestare contro il brutale assalto da parte delle forze anti-sommossa a Gezi Park (caratterizzato da violente cariche della polizia anche nelle zone adiacenti, strada per strada, e irruzioni con lacrimogeni nel Divan Hotel, dove avevano trovato rifugio molti dimostranti, bambini compresi) e chiedere le dimissioni del capo del governo. Su twitter il tam-tam è stato sostenuto dall'hashtag #1MilyonYarinTaksime (1 Milione Domani a Taksim).

Ancora scontria Gazi e Harbiye, bloccato il ponte sul Bosforo
E gli scontri - con lancio di sassi e molotov contro la polizia - sono ripresi già da domenica mattina nei pressi di piazza Taksim, mentre migliaia di manifestanti hanno sfilato anche per le strade della capitale, Ankara. Lacrimogeni, proiettili di gomma e cannoni ad acqua sono stati utilizzati a Istanbul nel quartiere alawita di Gazi, oltre che a Sisli, Kurtulus e Harbiye. La gendarmeria ha bloccato il ponte sul Bosforo per impedire ai manifestanti in arrivo dalla riva asiatica di avvicinarsi. Sempre stamattina i bulldozer hanno rimosso le barricate erette dai manifestanti attorno alla piazza e al parco Gezi, mentre gli addetti ai servizi di giardinaggio ripristinavano gli spazi verdi. Secondo quanto riferiscono i media turchi, circa un migliaio di agenti anti sommossa sono stati fatti arrivare ad Istanbul da altre province per rinforzare il dispositivo di sicurezza. In serata la situazione si è temporaneamente tranquillizzata.

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