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Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2013 alle ore 17:35.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2013 alle ore 14:56.

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M5s, espulsa la senatrice Gambaro. Hanno votato in 20mila, i sì al 66%

Adele Gambaro espulsa. La notizia è stata comunicata dal blog di Beppe Grillo. «Gli aventi diritto - si legge - erano 48.292, di questi hanno votato in 19.790. Il 65,8% (pari a 13.029 voti) ha votato per l'espulsione, il restante 34,2% (pari a 6.761 voti) ha votato per il no. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato». Secondo quanto riportato dal sito del leader pentastellato, la senatrice Gambaro ha rilasciato dichiarazioni lesive per il M5S senza nessun coordinamento con i gruppi parlamentari e danneggiando l'immagine del M5S con valutazioni del tutto personali e non corrispondenti al vero. Per questo i gruppi parlamentari riuniti del M5S Camera e Senato ai sensi del Codice di Comportamento, hanno deliberato a maggioranza di proporre l'espulsione dal gruppo parlamentare del Senato di Adele Gambaro. In occasione delle Parlamentarie, Adele Gambaro aveva promesso che nel caso di disaccordo con la linea del M5S, avrebbe dato le sue dimissioni dal Parlamento, cosa non avvenuta». (Redazione online)

di Deborah Dirani
«Dai, dai, scatta una foto. Guardala là, falle una foto». Destinataria di tanta attenzione non è stata, ieri pomeriggio, Kate Moss pizzicata a passeggio in zona Parlamento; destinataria di tanta attenzione è stata invece Adele Gambaro la quasi ex senatrice del Movimento 5 Stelle sulla cui espulsione gli iscritti al blog di Grillo stanno votando in queste ore.

E se Gambaro, sulla cui testa pende la spada del referendum on line, è stata la destinataria della frase, a pronunciarla (anche con un certo entusiasmo) è stato il numero due della comunicazione pentastellata nei palazzi del potere romano: Matteo Incerti. Esclusa l'ipotesi della foto ricordo (i grillini se le sono già scattate tutte il primo giorno che hanno fatto il loro ingresso a palazzo Madama e Montecitorio) rimane quella più accreditata del gossip politico o del dossieraggio, ossia la pratica di raccogliere informazioni riservate e "scottanti" su personaggi in vista. Di tanto scottante, se così vogliamo dire, c'era che Adele Gambaro ieri pomeriggio alle 16,30 era alla bouvette a prendersi un caffè quando è stata avvicinata dal collega di scranno Antonio Razzi (senatore in quota al Pdl, in cui è entrato dopo essere stato eletto nella scorsa legislatura per l'Idv). Pochi minuti di chiacchiere durante i quali sono entrati nella stessa bouvette Matteo Incerti e altri due suoi colleghi dello staff comunicazione e che, vista la scena, volevano averne una testimonianza fotografica, forse per certificare una presunta mancanza di limpidezza della senatrice.

La foto comunque non è stata fatta, e non per un ripensamento, ma perché in bouvette non si possono fare scatti o riprese. E del resto ormai su Adele Gambaro è tiro al piccione: sul blog di Grillo i commenti, anche volgari, a lei riservati non si contano. È vero che c'è anche chi non la vorrebbe fuori dal Movimento e riconosce la liceità del dissenso: ma la maggioranza sta dall'altra parte. E dall'altra parte c'è Beppe Grillo, che nel post di questa mattina con cui lancia il referendum per la ratifica dell'espulsione (già votata a maggioranza lunedì dagli eletti) ricorda alla sua quasi ex parlamentare che nel suo video di candidatura per le parlamentarie aveva dichiarato che qualora non fosse più stata in accordo con le linee del Movimento avrebbe lasciato la carica. Quello che sfugge a Grillo in questo caso, però, è che Gambaro nell'intervista rilasciata a Sky Tg24 non ha espresso un dissenso sulla linea politica del partito, ma ha accusato il suo leader di essere il responsabile del flop alle amministrative per i toni violenti che usa. La differenza c'è e dovrebbe anche essere evidente.

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