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Questo articolo è stato pubblicato il 21 giugno 2013 alle ore 15:40.
L'ultima modifica è del 21 giugno 2013 alle ore 10:09.

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Decreto emergenze, via libera definitivo della Camera

Via libera definitivo della Camera al dl emergenze. Nelle dichiarazioni di voto finale avevano annunciato l'astensione i gruppi di FdI, Lega Nord, Sel e M5S. In mattinata il Governo ha incassato la fiducia sul provvedimento (383 voti favorevoli, 154 contrari). La fiducia è stata posta ieri dal ministro per i rapporti con il Parlamento Dario Franceschini, a nome del Governo, sul decreto per gli interventi sulle emergenze ambientali e in favore delle zone terremotate (cosiddetto decreto "emergenze").

L'articolato che ha ottenuto il via libera dell'Aula, che ricorre alla deroga del patto di stabilità interno per sbloccare le risorse con cui finanziare le emergenze ambientali, é lo stesso approvato dal Senato il 12 giugno. Martedì sarebbero scaduti i 60 giorni per la conversione. È per questo motivo che la maggioranza ha deciso di bloccare tutti gli emendamenti alla Camera, in modo tale che il testo potesse essere varato in tempo, senza dover tornare al Senato.

Misure per Piombino, aree terremotate, Genova e Expo 2015
Il provvedimento dispone misure urgenti per il rilancio dell'area industriale dell'area Piombino e in favore delle zone terremotate del maggio 2012, per la ricostruzione in Abruzzo e Molise, l'accelerazione dell'Expo 2015 e per contrastare l'emergenza rifiuti a Palermo. Scattano inoltre i primi risarcimenti per la tragedia di Genova. Previsti anche interventi sul sistema delle Camere di commercio, l'area di Trieste, il turismo, la composizione del Cipe, le compensazioni ai Comuni coinvolti nella realizzazione della Tav, opere stradali e ferroviarie, insieme a stanziamenti per la navigazione nello Stretto di Messina e ad alcuni commissariamenti di opere infrastrutturali. Molte delle azioni sono state inserite in prima lettura al Senato.

Ostruzionismo di M5S: decreto stravolto nel passaggio al Senato
La fiducia è stata posta dall'Esecutivo sul testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato. Una decisione che è stata presa dopo che M5s è ricorso a una stategia di ostruzionismo, con interventi a raffica in Aula. Una reazione che nasce dal fatto che, a parere del Movimento, il provvedimento è stato stravolto nel passaggio al Senato, con la Camera «relegata ad un ruolo di mero notaio». Basta "tattica", ha ribattuto in Aula Franceschini: «Il decreto su cui poniamo la fiducia contiene emergenze come quelle di Piombino, L'Aquila, Emilia, il risarcimento sul porto di Genova e ai comuni per la Tav. Di fronte a queste emergenze, e parlo al M5S, si fermi ogni tattica».

Il confronto con il primo voto di fiducia alla Camera: 70 sì in meno
Rispetto al primo voto di fiducia espresso dalla Camera il 29 aprile scorso, quando aveva incassato 453 sì, l'Esecutivo registra oggi 70 voti favorevoli in meno. Circa due mesi fa, tuttavia, i votanti erano stati 606, contro i 537 di oggi, 69 in meno. All'epoca la Lega Nord si era astenuta, per passare poi oggi al voto contrario, allineandosi alla posizione di M5S e Sel. Resta comunque stabile il livello dei contrari, aumentato solamente di un'unità, a 154.

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