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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2013 alle ore 06:41.

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Berlusconi: «Sentenza violenta per farmi fuori»

«Ero veramente convinto che mi assolvessero perché nei fatti non c'era davvero nessuna possibilità di condannarmi. E invece è stata emessa una sentenza incredibile, di una violenza mai vista né sentita prima, per cercare di eliminarmi dalla vita politica di questo Paese». Ieri in serata, dopo che nel condannare la sentenza di Milano sul caso Ruby sono già scesi in campo tutti i dirigenti del Pdl senza distinzione tra falchi e colombe, è lo stesso Silvio Berlusconi a dettare una nota. Amarissima, ma dalla quale si evince la volontà di non voler mettere in pericolo il governo delle larghe intese. Almeno per ora.

«Non è soltanto una pagina di malagiustizia – continua il Cavaliere –. È un'offesa a tutti quegli italiani che hanno creduto in me e hanno avuto fiducia nel mio impegno per il Paese. Ma io, ancora una volta, intendo resistere a questa persecuzione perché sono assolutamente innocente e non voglio in nessun modo abbandonare la mia battaglia per fare dell'Italia un Paese davvero libero e giusto».

Resistere alla persecuzione. Sembra essere questa la parola d'ordine. Ed è quanto hanno trasmesso al Cavaliere, ieri ancora a Milano, i dirigenti azzurri che lo hanno sentito. A cominciare da Angelino Alfano, che lo ha chiamato subito dopo la sentenza «per manifestargli la più profonda amarezza e l'immenso dolore di tutto il Pdl per una sentenza contraria al comune senso di giustizia e al buon senso, e peggiore di ogni peggiore aspettativa: l'ho invitato a tenere duro e ad andare avanti». Pesa quella notizia di condanna per prostituzione minorile e concussione diventata in pochi minuti la breaking news dei media di tutto il mondo, pesa la condanna superiore di un anno rispetto alla richiesta della Procura grazie alla trasformazione del reato di "concussione per induzione" in "concussione per costrizione". Una sentenza negativa era messa nel conto, ma non così. Tanto che difende pubblicamente il padre anche la figlia Marina:

«Questo processo è stato concepito per essere celebrato sulle pagine dei giornali e nei talk show, per sfregiare l'uomo individuato come il nemico politico da demolire – dice la presidente di Mediaset –. La condanna era scritta fin dall'inizio». Pier Silvio parla invece di «rabbia» e «lacrime» per una sentenza «assurda».

«Non possiamo stare con le mani in mano e continuare a prendere insulti e sberle senza reagire», dice Maurizio Gasparri commentando a caldo la sentenza. «Qualcosa bisogna fare – dice Gasparri – ci stiamo consultando, vediamo». Un'iniziativa a sostegno di Berlusconi, forse una manifestazione. Ma certo, come ribadisce lo stesso Gasparri, la vicenda va distinta dalle sorti del governo. «Il governo va avanti». E se a dire che «non ci saranno ripercussioni sul governo» è anche un "falco" come Daniela Santanché di certo c'è da crederle. Ma un fedelissimo del Cavaliere come Sandro Bondi avverte: «È assurdo pensare che l'attuale governo possa lavorare tranquillamente nel mentre si massacra politicamente il leader di uno dei partiti che lo sostengono». E Fabrizio Cicchitto incalza: «Così la pacificazione salta», dice interpretando direttamente il pensiero dell'interessato. «Nonostante mi sia impegnato a dar vita a un governo di larghe intese – è infatti il ragionamento fatto da Berlusconi con chi lo ha sentito ieri al telefono – la pacificazione non può esserci, perché il disegno di certi Pm è quello di mettermi in un angolo». E ancora: «Il premier deve capire che se non fa quanto concordato rispettando i patti sui provvedimenti economici ci saranno delle conseguenze».

Provvedimenti economici nel mirino, dunque: Iva, Imu, agevolazioni per chi assume i giovani e stop al rigore in Europa. Il rischio immediato per Enrico Letta – che non ha voluto commentare la sentenza tenendo fede al principio che i processi di Berlusconi e l'attività di governo scorrono su due strade distinte – è dunque che lo stato di agitazione del Pdl si riversi sulla trattativa in corso per varare le misure economiche prima della pausa estiva, a cominciare dal nodo Iva che andrà risolto nel Consiglio dei ministri di mercoledì. Decisivo il vertice previsto per questa sera a Palazzo Chigi tra Letta e Berlusconi nell'ambito delle consultazioni che il premier sta portando avanti con il leader dei partiti in vista del Cdm di mercoledì. Vertice nel quale, anche se non ufficialmente, la giustizia avrà un ruolo importante.

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