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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2013 alle ore 20:00.
L'ultima modifica è del 27 giugno 2013 alle ore 13:56.

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Squinzi: segnali (timidi) di ripresa, bene il Governo ma attuare le riforme - Toccato il fondo della crisi, nel 2014 la risalita - S&P taglia le stime del Pil italiano (-1,9%)

La crisi morde e il bilancio della nostra economia è negativo, ma per la fine del 2013 si intravede un, primo, timido accenno di ripresa, prospettiva che il governo Letta sembra in grado di sfruttare mettendo in campo provvedimenti (bonus energia, pacchetto Giovannini, proroga sgravi ristrutturazioni) che fanno pensare ad un «ritorno alla politica industriale». È questo il quadro delineato dal leader di Confindustria, Giorgio Squinzi, chiudendo questa mattina il convegno del Centro studi sugli scenari economici dell'Italia: positivo, a patto di non "perdere il treno" della ripresa per le solite lentezze nazionali:«per produrre effetti rapidi sull'economia però i provvedimenti vanno attuati subito», approvando a stretto giro le norme attuative.

Il fattore tempo, nelle parole di Squinzi, torna più volte, anche per incoraggiare il percorso di riforme avviato dal premier: «Per consolidare lo scatto di fiducia - spiega - é necessaria una prospettiva di stabilità di lungo termine del Governo che dia il tempo di tracciare ma anche, soprattutto, di realizzare un piano strutturale di politica economica». «Non possiamo perdere l'opportunità che questa legislatura, purtroppo avviata con ritardo, ci offre - sottolinea ancora Squinzi, - non possiamo perdere l'occasione per far lavorare non solo serenamente e alacremente questo Governo. Un Governo che ha davanti un percorso sicuramente difficile ma rispetto al quale nessuno dovrà mettersi di traverso». Secondo Squinzi, «il senso di responsabilità é una leva per la crescita».

Per il resto, l'ultimo scenario ipotizzato da Csc «mostra un quadro peggiore del precedente, non vorrei essere io che porto rogna», ironizza Squinzi, riferendosi in particolare alla previsione al ribasso della dinamica del Pil (nel 2013 - 1,9%). «Una caduta pesante - ha ammesso il presidente degli industriali - perché viene dopo altri dati negativi». Ma uno spiraglio per ripartire comunque c'è, «come il balzo della fiducia dei consumatori». Sintomi «che confermano che stiamo arrivando al fondo della crisi» e che «a partire dalla fine di quest'anno», il Paese potrà tornare lentamente a crescere.

«Se avesse ragione Confindustria rischieremmo di andare già quest'anno oltre il 3%: cosa assolutamente da evitare», afferma il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ospite di SkyTg24, commentando le previsioni del Csc sul Pil. «L'incertezza è ancora molto elevata» ma «ci sono segnali interessanti» che «mi fanno essere un po' meno pessimista», aggiunge Giovannini, sottolineando che le diverse misure adottate, dai debiti della Pa al pacchetto per l'occupazione, potranno «evitare che quel dato sia realta».

Nel pomeriggio, a margine dell'assemblea di Confindustria di Monza e Brianza, Squinzi parla di una pressione fiscale sul lavoro «gravissima». «È gravissima la pressione fiscale sul lavoro - sottolinea - perchè il 53% di cuneo fiscale ci pone ai vertici dei Paesi censiti dall'Ocse».

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