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Questo articolo è stato pubblicato il 06 luglio 2013 alle ore 15:10.
L'ultima modifica è del 06 luglio 2013 alle ore 11:22.

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Venezuela, Nicaragua e Bolivia offrono asilo a Snowden

Venezuela, Nicaragua e Bolivia si sono offerti di dare asilo a Edward Snowden, la talpa che ha rivelato il programma segreto di sorveglianza dell'agenzia per la sicurezza americana Nsa. «In nome della dignità dell'America, ho deciso di offrire asilo per ragioni umanitarie a Snowden», ha annunciato il presidente venezuelano, Nicolas Maduro, intervenendo a una parata per l'anniversario dell'indipendenza venezuelana. «È un giovane che detto la verità, con spirito di ribellione, sullo spionaggio degli Stati Uniti contro il mondo intero».

Nelle stesse ore il presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, ha assicurato la disponibilità a ospitare Snowden «se le circostanze lo dovessero permettere». Siamo aperti, «rispettosi del diritto di asilo, ed è chiaro che se le circostanze lo permettono, accoglieremo con piacere Snowden dandogli asilo qui in Nicaragua», ha dichiarato l'ex capo sandinista a un evento pubblico. Anche il presidente boliviano Evo Morales ha annunciato che concederà l'asilo, in caso di richiesta.

Venezuela e Nicaragua erano tra i 18 Paesi a cui Snowden ha chiesto asilo, gli ultimi sei dei quali non sono stati resi noti. L'offerta di asilo del successore di Hugo Chavez è in linea con l'anti-americanismo che contraddistingue il governo venezuelano. La Casa Bianca non ha voluto commentare le offerte di Venezuela e Nicaragua, ma ovviamente non può aver gradito tenuto conto che Washington sta cercando di ottenere l'estradizione del 30enne ex informatico della Cia dall'aeroporto di Mosca in cui è bloccato. È comunque tutto da vedere che a Snowden venga permesso di imbarcarsi su un volo per Caracas o per Managua.

Critiche a Maduro sono arrivate dal leader dell'opposizione venezuelana, Henrique Capriles, il quale ha accusato il presidente di voler suscitare uno «scandalo» internazionale sull'asilo per «coprire i disastri» del suo governo.

Tuttavia neppure le offerte di Venezuela e Nicaragua hanno indotto finora Edward Snowden a rompere il silenzio. L'ax analista informatico della Cia, le cui rivelazioni hanno fatto scoppiare lo scandalo dell'Nsagate, non ha reagito in alcun modo alle novità. Almeno ufficialmente, rimane confinato nell'area transiti dell'aeroporto moscovita di Sheremetyevo, da dove non può uscire.

Se anche il trentenne americano accettasse la proposta di Maduro non è chiaro poi come potrebbe sperare di raggiungere il Venezuela: collegamenti aerei diretti tra Mosca e Caracas non ne esistono, e l'unica ipotesi rimane di passare per l'Avana. Un'eventuale autorizzazione a transitare per Cuba, a parere degli esperti, sarebbe peraltro meno scontata di quanto appaia a prima vista: non è escluso infatti che le autorità locali optino per evitare nuove frizioni con gli Stati Uniti, tanto più che questi ultimi potrebbero tentare d'intercettare il velivolo di linea che avesse a bordo Snowden.

L'unica certezza, per ora, è che sul volo decollato oggi dalla capitale russa per quella dell'isola caraibica l'ex consulente informatico della Cia non c'era. Il Cremlino sulla mossa di Maduro non si è voluto sbilanciare: «Non sono affari che ci riguardino», ha tagliato corto Dmitry Peskov, portavoce del presidente Vladimir Putin.

Meno drastico ma altrettanto laconico Alexei Pashkov, capo della commissione Esteri della Duma: sarebbe la soluzione migliore, si è limitato a osservare il parlamentare.

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