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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2013 alle ore 14:37.

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Draghi: il disagio sociale è una tragedia - Giovannini: disoccupazione giovanile ci costa 25 miliardi

«So che il disagio sociale in alcuni Paesi è una tragedia». Lo ha detto Mario Draghi, riferendosi ai Paesi in difficoltà e costretti al consolidamento di bilancio, nel corso di un'audizione al Parlamento europeo.

Christine Lagarde dal canto suo sostiene che la zona euro è «ancora vulnerabile» alle tensioni a causa della «scarsa crescita». Per il direttore generale del Fmi, l'eurozona deve «risanare le banche, completare l'unione bancaria, rafforzare la domanda, fare le riforme e rilanciare l'occupazione».

La Bce «non può obbligare le banche» a finanziare le Pmi, «può solo continuare a tenere bassi i tassi» finchè il credito facile arrivi alle imprese. Lo ha detto il presidente della Bce, rispondendo ad un parlamentare che chiedeva perchè le banche non finanziassero le Pmi. Draghi ha parlato di due possibili ragioni: le banche non hanno capitale, o quando lo hanno «percepiscono le pmi troppo rischiose e preferiscono investire in titoli di Stato che sono meno rischiosi».

Il «principale rischio sistemico in Europa è la recessione prolungata», ha detto Draghi rispondendo ad una domanda in Parlamento Ue in qualità di presidente della Esrb. Draghi ha aggiunto che «le recessione prolungata sta indebolendo il sistema bancario, aumenta i premi di rischio e danneggia« la capacità di credito.

«So che il disagio sociale in alcuni Paesi è una tragedia» ha detto Mario Draghi all'Europarlamento riferendosi ai Paesi in difficoltà e costretti al consolidamento di bilancio, nel corso di un'audizione al Parlamento europeo. Ha aggiunto: la situazione dell'inflazione e dell'economia «richiede tassi bassi», e «un rialzo dei tassi di interesse tenderebbe a destabilizzare Paesi in situazione già deboli, rendendoli ancora più deboli».

Draghi, in qualità di presidente dell'Autorità europea per i rischi sistemici (Esrb), ha spiegato che l'azione macro-prudenziale diventerà «probabilmente più frequente sia nella Ue che fuori e l'Esrb avrà un ruolo importante nella discussione su queste politiche affinché si affermino elementi comuni negli indirizzi delle autorità» nazionali.

«Tutti gli elementi chiave dell'unione bancaria devono essere istituiti per ottenere il massimo beneficio, la posta in gioco è troppo alta per permettersi ritardi indebiti», ha detto Draghi ricordando come «una credibile e approfondita valutazione dei bilanci sia un passo indispensabile per restaurare la fiducia nel sistema bancario». La trasparenza sulla valutazione degli asset «è necessaria per valutare la posizione di capitale delle banche e facilitare le transazioni di mercato sugli asset bancari».

Le autorità bancarie nella Ue hanno già cominciato ad attuare le politiche macro-prudenziali per fronteggiare le vulnerabilità delle banche, delle strutture non bancarie e finanziarie con l'obiettivo di aumentare la capacità di reazione del sistema finanziario mettendolo in grado di sostenere l'economia. Draghi ha citato anche il caso italiano. «La Banca d'Italia sta assicurando che i livelli di accantonamenti delle istituzioni di reddito siano in linea con i livelli dei prestiti non performing».

Sempre parlando dell'azione di Bankitalia, Draghi ha indicato che il livello dei prestiti "non performing" «continua ad aumentare nell'attuale contesto macro-economico». Per minimizzare gli effetti pro-ciclici degli interventi, la Banca d'Italia «ha chiesto alle banche di aumentare le risorse generate internamente attraverso una ulteriore riduzione dei costi operativi, dei dividendi e delle retribuzioni di executive e direttori e, se necessario, vendendo asset non strategici».

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