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Questo articolo è stato pubblicato il 09 luglio 2013 alle ore 17:15.

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Cercasi locomotiva del mondo

Cercasi disperatamente la locomotiva del mondo: questo è l'allarme che arriva dalla lettura dell'ultimo outlook del Fondo monetario internazionale. Gli Usa frenano (taglio dello-0,2% rispetto alle stime di aprile) come pure l'eurozona, la Cina, il Brasile con la sola eccezione del Giappone. Anche la Germania frena (-0,3% rispetto alla stima di aprile) e questo è il segnale che non si trovano locomotive globali né tra i paesi sviluppati né tra quelli emergenti.

Negli Usa la stretta fiscale legata ai tagli automatici del cosiddetto 'sequester' ha frenato il miglioramento della domanda privata, con una crescita attesa pari all'1,75% circa nel 2013, meno di quanto stimato ad aprile, e al 2,75% nel 2014. Ciò che manca all'appello è la forza e l'ottimismo del consumatore americano che trascinava l'economia globale sulle sue spalle. Ora non è più così e la Cina, seconda economia del mondo, non è ancora capace di sostituire l'America in questo compito, impegnata com'è ad evitare - come ricordato dal chief economist del Fondo Olivier Blanchard nel corso della conferenza stampa - un brusco atterraggio, visto gli eccessi di investimenti e la scarsità dei consumi interni. Senza dimenticare il rischio di una bolla immobiliare.

Dell'eurozona meglio non parlarne, definita dall'Fmi come una zona caratterizzata da «un notevole indebolimento della domanda interna» e dal «protrarsi della recessione». L'eurozona deve rimboccarsi le maniche e portare avanti l'unione bancaria al più presto possibile per far ripartire il credito alle imprese, soprattutto alle Pmi. dei paesi mediterranei.

Gli emergenti sono fuori gioco., visto che l'Fmi li ricorda solo per rammentare che aggiungono nuovi elmenti di criticità alla previsione globale: il fattore più recente sottolineato dall'istituto di Washington é infatti la «crescita più lenta in diversi mercati emergenti chiave». Mercati colpiti dall'annuncio dell'uscita degli Usa dalla politica monetaria accomodante (Q.E.) che «ha generato un flusso di capitali alla rovescia», verso cioè i porti sicuri dei Treasury bill americani tornatia tassi interessanti di rendimento.

Riviste al rialzo le previsioni sul Giappone della Abenomics, destinato a crescere del 2% nel 2013, grazie alle politiche espansive della banca centrale, e dell'1,25% circa nel 2014. Ma certamente il Giappone non basta a far ripartire l'economia globale.

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