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Questo articolo è stato pubblicato il 09 luglio 2013 alle ore 13:36.

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Cicchitto contro Papa Francesco: un conto è predicare, un altro governare

Un conto è predicare, un altro è gestire l'immigrazione. Lo Stato non può abbassare la guardia, occorre affermare l'autonomia dalla Chiesa. Fabrizio Cicchitto del Pdl ritorna sulla visita di Papa Francesco a Lampedusa. «Ieri il Pontefice - afferma - ha sviluppato una riflessione di alto profilo su uno dei più grandi drammi del mondo contemporaneo, l'immigrazione. Un conto è la predicazione religiosa - sottolinea Cicchitto -, un altro conto però è la gestione da parte dello Stato di un fenomeno cosi difficile, complesso e anche insidioso, per di più segnato dall'intervento di gruppi criminali, qual è l'immigrazione irregolare che proprio a Lampedusa ha per ciò che riguarda l'Italia uno snodo fondamentale».

Cicchitto: serve reale autonomia dello Stato dalla Chiesa
«Uno Stato degno di questo nome - aggiunge il presidente della commissione Esteri della Camera - non può abbassare la guardia perché rischia di diventare soggetto passivo di operazioni assai dure e pesanti nell'assenza più totale di una solidarietà internazionale. Di conseguenza, anche in questa circostanza, va affermata una ragionevole, non oltranzista, ma seria e reale autonomia dello Stato dalla Chiesa».

Al ministro Keynge: non forzi sullo ius soli
«In questo quadro - conclude Cicchitto - è auspicabile che il ministro Keynge non operi forzature unilaterali rispetto a posizioni assai diverse sul tema immigrazione: le tematiche riguardanti ius sanguinis e ius soli possono essere superate solo attraverso mediazioni assai impegnative che richiedono un lavoro politico attento e serio».

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