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Questo articolo è stato pubblicato il 09 luglio 2013 alle ore 23:16.

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Caso Snowden, resta ancora in sospeso il sì all'asilo in Venezuela

Resta ancora avvolto nel mistero il destino di Edward Snowden, la talpa del datagate, lo scandalo che ha portato a galla il controllo capillare dell'Nsa, l'intelligence statunitense, sul flusso planetario di dati personali nel web. In serata dopo una prima cancellazione è tornata a circolare la notizia di un tweet di Alexiei Pushkov, deputato russo e capo della commissione esteri della Duma, secondo il quale Snowden avrebbe accettato la proposta di asilo politico del Venezuela.

Nessuna conferma ufficiale però, in mancanza della quale la questione resta ovviamente aperta. In serata era arrivata sempre via twitter una precisazione di Wikileaks, l'organizzazione guidata da Julian Assange molto vicina all'ex consulente informatico della Cia, secondo la quale Snowden «non ha ancora ufficialmente accettato» l'offerta dello stato sudamericano. «Gli stati interessati faranno un annuncio quando sarà opportuno. Questo annuncio sarà confermato da noi», ha aggiunto il sito di Assange, che ha giocato una parte importante nella fuga di Snowden.

Intanto il ministro degli Esteri dell'Ecuador, Ricardo Patino, ha definito «inaccettabili» le notizie di stampa secondo le quali i servizi segreti americani sorvegliano i Paesi dell'America Latina, dopo le rivelazioni sul Datagate rese note oggi dal quotidiano brasiliano O Globo.

«Adesso abbiamo saputo del Brasile, una vicenda nella quale tutti i Paesi dell'America Latina ne escono come delle vittime. Ciò dimostra che non c'è ritegno da arte di alcuni Paesi nel rispettare le norme internazionali: alcuni paesi ritengono che tutte le altri nazioni siano da considerare nemiche e dunque agiscono di conseguenza, e ciò è una posizione inaccettabile», ha detto Patino in una intervista al canale pubblico Ecuador TV.

Sul caso di Snowden, tuttora ufficialmente bloccato nell'area transiti aeroporto di Mosca (anche se nessuno tra i molti reporte presenti lo ha mai avvistato), il capo della diplomazia ecuadoregna ha precisato che «continuiamo ad analizzare la situazione», aggiungendo che il suo Paese «deve prendere in considerazione tutti i rischi che si assume, tenendo in considerazione che noi abbiamo dato asilo a Julian Assange, il che ha generato problemi in alcuni Paesi».

Quanto al Brasile non concederà asilo politico al fuggitivo. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri brasiliano, Antonio Patriota.

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