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Questo articolo è stato pubblicato il 14 luglio 2013 alle ore 17:33.

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Giallo kazako, la Farnesina: nessuna competenza su espulsioni - La brutta figura italiana

La Farnesina si tira fuori dal giallo kazako, la vicenda della controversa espulsione del nostro paese verso il Kazakhstan (dopo un blitz delle forze dell'ordine e poche ore in un Cie) di Alma Shalabayeva e Alua, moglie e figlia del dissidente kazako Muktar Ablyazov, attualmente rifugiato a Londra. In una nota, il ministero ricorda di non avere alcuna competenza «in materia di espulsione di cittadini stranieri, né accesso ai dati» su persone che abbiano ricevuto lo status di rifugiato politico in Paesi terzi. Intanto, prosegue l'indagine amministrativa affidata al capo della pPlizia, e che dovrebbe portare all'individuazione delle responsabilità. La relazione è attesa per martedì, e il Governo deciderà probabilmente già mercoledì come muoversi per sanzionare i responsabili.

Fanesina: competenza solo su credenziali agenti diplomatici in Italia
Al centro delle polemiche, insieme ai vertici della Polizia di Stato, per il possibile ruolo nella "rendition" che ha riportato sotto il controllo di Nursultan Nazarbayev (uomo forte del Kazakhastan, paese che controlla in modo dittatotriale), parte della famiglia del suo principale oppositore politico, il ministero degli Esteri respinge dunque «alcune interpretazioni apparse su organi di stampa» e precisa come la sua sola prerogativa sia quella «di verificare l'eventuale presenza nella lista di agenti diplomatici accreditati in Italia di nominativi che possano essere di volta in volta segnalati dalle autorità di sicurezza italiane».

Il vertice di verdì e la revoca del provvedimento di espulsione
Distinguo e prese di distanza dalle ricostruzioni giornalistiche che non sciolgono i dubbi sulle effettive responsabilità dell'apparato burocratico dei ministeri dell'Interno e degli Esteri nella vicenda che da qualche giorno espone l'Italia alle critiche di mezzo mondo, e che venerdì ha indotto il Governo - dopo una riunione tra i vertici dei ministeri coinvolti e il presidente del Consiglio - a revocare in tutta fretta il provvedimento di espulsione della signora Shalabayeva e di sua figlia seienne Alua. Di ieri, invece, la lettera aperta del dissidente Ablyazov al premier Letta per ringraziarlo della «decisione coraggiosa», e chiedere l'aiuto dell'Italia per riabbracciare i suoi cari.

I timori per la sorte della moglie dopo la decisione italiana
Nella sua lettera perta, il dissidente kazako scrive anche: «Mr Letta, lei non ha coperto questo incidente vergognoso. Le sono molto grato per questo. Sono grato al suo coraggio ed alle sue convinzioni che, in circostanze estremamente difficili, l'hanno portata a fare quanto era giusto» e «sono molto grato anche ai suoi colleghi di governo che l'hanno sostenuta nell'adottare tale decisione». Purtroppo, aggiunge il dissidente kazako, «temo che il Kazakistan adesso non lascerà andare Alma e Alua, non potranno lasciare il Paese», come la revoca dell'espulsione dall'Italia comporterebbe. «Il piano del regime di Nazarbayev - conslude la lettera aperta - è di mandare mia moglie in prigione e mia figlia in un orfanotrofio».

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