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Questo articolo è stato pubblicato il 17 luglio 2013 alle ore 16:55.

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Un anno e un mese di reclusione è la condanna inflitta dal tribunale di Padova a Dolores Valandro, l'ex consigliere di quartiere leghista, per aver postato su Facebook una frase offensiva rivolta al ministro Cecile Kyenge lo scorso 13 giugno.
La pena è sospesa, ma prevede anche l'interdizione per 3 anni dai pubblici uffici e una multa di 13 mila euro.

Valandro aveva scritto sul social network «ma mai nessuno che se la stupri, così tanto per capire cosa può provare la vittima di questo efferato reato?», riferendosi al ministro per l'Integrazione, una frase poi rimossa dal suo profilo dopo la pioggia di critiche e polemiche arrivatele dagli stessi esponenti della Lega e che le erano costate l'espulsione dal partito. La sua imputazione, dunque, è stata istigazione a commettere atti di violenza sessuale per motivi razziali.

Eppure, la stessa Valandro, durante la sua deposizione al processo per direttissima, si era difesa dicendo di non aver voluto insultare il ministro: «Non era mia intenzione come madre e come donna insultare un'altra donna, mi è però passato davanti agli occhi un episodio capitato a mia figlia - aveva detto fra le lacrime -. È stato un attimo di impulsività perché non ho mai visto atti così violenti nei confronti delle donne perpetrati dagli italiani».

Dopo la lettura della sentenza di condanna, l'avvocato di Valandro, Massimiliano Nicolai, ha annunciato ricorso in appello.

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