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Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2013 alle ore 10:26.

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Ligresti, Paolo potrebbe sfuggire all'estradizione: è svizzero da 21 giorni. Domani gli interrogatori - L'accusa - Ascesa e caduta

Ha la cittadinanza svizzera da tre settimane Paolo Ligresti, colpito da un ordine di custodia cautelare nell'inchiesta della procura di Torino su Fonsai, e per questo motivo potrebbe non essere arrestato dalle autorità elvetiche. È quanto risulta in ambienti giudiziari piemontesi alla luce di informazioni raccolte in giornata.
La procura, per Paolo Ligresti, aveva emesso il Mae (mandato di cattura europeo).

Domani i primi interrogatori di garanzia per i membri della famiglia Ligresti e gli ex manager del Gruppo assicurativo fondiaria Sai mentre la prossima settimana cominceranno le convocazioni della Procura di Torino nell'ambito dell'inchiesta in capo al Procuratore aggiunto Vittorio Nessi e al sostituto procuratore Marco Gianoglio sui reati di Falso in bilancio e manipolazione di mercato. «Salvatore Ligresti è molto provato – ha raccontato questa mattina l'avvocato difensore Gianluigi Tizzone - ma la sua preoccupazione è soprattutto quella di un padre per i figli». Il capostipite della famiglia Ligresti si trova agli arresti domiciliari nella sua residenza vicino a Milano, le figlie Jonella e Giulia Maria sono in carcere, a Cagliari e a Vercelli mentre il figlio Paolo è in Svizzera e ieri, attraverso i suoi avvocati, ha fatto sapere che prenderà posizione nelle sedi opportune e che non ha intenzione di lasciare il paese elvetico in cui risiede dal 1996.

Sempre domani sarà sentito a Novara l'ex amministratore delegato Emanuele Erbetta, ai domiviliari invece si trovano Antonio Talarico, vice Presidente di Fondiaria-Sai e referente per le operazioni immobiliari dei Ligresti, e Fausto Marchionni, amministratore delegato e direttore generale fino al 27 gennaio 2011.

L'inchiesta di Torino è partita l'estate scorso dopo una segnalazione della Consob relativa a due elementi: un rapporto dell'Isvap (oggi Ivass), allora guidata da Giancarlo Giannini, relativamente alle anomalie negli accantonamenti per i sinistri iscritti a bilancio dalla compagnia assicuratrice e sottostimati per l'anno 2010, come hanno ricostruito inquirenti e Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Torino, per un totale di 538 milioni. Ma a innescare l'inchiesta di Torino, seguita alle indagini di Milano, anche le segnalazioni del socio Amber relativamente a una serie di operazioni immobiliari ritenute inopportune.

E questa mattina, dopo la svolta e gli arresti di ieri, arrivano i primi commenti politici. Secondo Fabrizio Cicchitto, esponente del Pdl, «suscita molti interrogativi e dubbi l'arresto di una intera famiglia. La motivazione fra l'altro del pericolo di fuga poteva valere alcuni anni fa, oggi e domani. Non vorremmo che ci si trovasse di fronte ad un atteggiamento punitivo derivante da ragioni "storiche".

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