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Questo articolo è stato pubblicato il 19 luglio 2013 alle ore 09:37.

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Karima El Mahroug, in arte Ruby RubacuoriKarima El Mahroug, in arte Ruby Rubacuori

I giudici del processo Ruby bis, a carico di Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti, dopo 7 ore di Camera di Consiglio, hanno condannato a 7 anni di reclusione Lele Mora e Emilio Fede e a 5 anni Nicole Minetti. Mora e Fede, accusati di induzione e favoreggiamento della prostituzione, anche minorile, sono stati anche condannati all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Per l'ex consigliere della regione Lombardia, condannata solo per il reato di favoreggiamento, invece l'interdizione è per 5 anni. Il giudice ha stabilito anche la trasmissione degli atti al Pm per valutare eventuali ipotesi di reato in relazione alle indagini difensive, nei confronti di Silvio Berlusconi, dei legali Ghedini e Longo e della stessa Ruby. La Procura dovrà valutare la posizione non solo per Berlusconi, i suoi legali e Ruby, ma anche per altre ventinove persone. Tra queste, ci sono numerose ragazze ospiti ad Arcore che hanno testimoniato, tra le quali: Iris Berardi e Barbara Guerra (che all'ultimo momento avevano ritirato la costituzione di parte civile) e Alessandra Sorcinelli. Il tribunale ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica anche per il primo avvocato di Ruby, Luca Giuliante.

Le reazioni degli avvocati dopo la sentenza
Emilio Fede «é la vittima di questo processo». È il commento che arriva dal legale del giornalista, Alessandra Guarini. «Fede é la vittima di chi in questo processo ha mentito e ho già avuto mandato di assumere tutte le iniziative necessarie per arrivare alla verità. Faremo senz'altro appello - ha concluso - e valuteremo se fare una segnalazione a nostra volta all'autorità giudiziaria». In una nota, diffusa prima della sentenza, il giornalista aveva anticipato di aver dato mandato al suo legale di procedere per calunnia aggravata nei confronti di Chiara Danese, Ambra Battilana e Imane Fadil.
«E' stata fatta una giustizia a tre quarti. Siamo relativamente, abbastanza, soddisfatti». Così si è espresso Pasquale Pantano, difensore di Nicole Minetti dopo la condanna. La sua ssistita è stata ritenuta dalla corte responsabile del solo reato di favoreggiamento della prostituzione e non dell'accusa di induzione e favoreggiamento della prostituzione minorile.

Contente e soddisfatte invece Chiara Danese la ex miss Piemonte e Imane Fadil che si erano costituite parte civile: «Da due anni e mezzo - commenta Fadil, circondata da fotografi e giornalisti - sono qui dentro, siamo quattro gatti che siamo andati contro un esercito». «Non voglio commentare nel merito - ha detto ancora - la condanna nei confronti di imputati che conosco da anni, preferisco non farlo. Ma quando c'é la verità non la si può cambiare, é quella». Quanto al risarcimento richiesto, la giovane si é limitata a dire che «se ne parlerà in un'altra sede».

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