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Questo articolo è stato pubblicato il 22 luglio 2013 alle ore 08:14.

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Fare affari con i turisti cinesi. Quando il business passa dall'ospitalità

Il ponte tra Cina e Italia è sempre più corto. Affollato di imprenditori pronti a investire nel nostro paese, "gruppi d'acquisto" propensi a spendere, turisti attratti dai paesaggi, dall'arte, dall'enogastronomia, dal buon gusto che ritrovano nel design e nella moda. Richiamati dallo shopping, soprattutto di lusso: perché in Cina le griffe continuano a esser molto più care che all'estero.

L'Italia è la sesta meta preferita dai turisti cinesi, i più spendaccioni del mondo, come segnala l'Hurun report realizzato con l'International luxury travel. A giugno l'Enit, nella sua strategia di promozione, ha partecipato al salone Iltm-International luxury travel, la più importante manifestazione asiatica dedicata ai viaggi di lusso. Perché «i cinesi – ha osservato nell'occasione il presidente dell'Agenzia nazionale del turismo, Pier Luigi Celli – sono viaggiatori con una elevata capacità di spesa». Vale circa 11mila euro quella media procapite dei turisti diretti in Europa, che d'altra parte son definiti "globe shopper" (e un pensiero vola all'appuntamento dell'Expo).

L'analisi dei principali tour operator ha mostrato nel 2012 un incremento nelle vendite dei pacchetti per l'Italia di oltre il 20% rispetto a un anno prima. E in questa estate 2013, a scorrere i dati elaborati dall'Enit attraverso la sua rete estera, sul fronte del turismo organizzato si prevede una crescita di circa il 29%, superiore a quella registrata da altre destinazioni europee.

Nasce turisticinesi.it
Le potenzialità sono elevate. Alessandro Zhou e Simone Toppino hanno fiutato la pista e allargato il loro campo d'azione: così da oggi è ufficialmente attivo turisticinesi.it. I due giovani hanno già lanciato a gennaio vendereaicinesi.it, primo sito di annunci economici in doppia lingua - con servizio di traduzione - che ospita ora 6mila annunci, viene visitato da 600 utenti unici cinesi al giorno, e ha visto crescere due gemelli in Francia e Spagna. Ma il collegamento tra domanda cinese e offerta italiana non si declina solo negli scambi (cessioni) di aziende o immobili.

«Siamo partiti dallo stesso principio: mettere in contatto imprenditori italiani e cinesi. Il sito turisticinesi.it funziona allo stesso modo: alberghi, ristoranti, enoteche, spa, villaggi, musei possono disporre di una vetrina, un canale diretto con le agenzie di viaggio cinesi. Basta compilare una scheda informativa che noi traduciamo e inviamo ai tour operator in Cina», spiega Toppino. L'unico costo è quello iniziale del servizio, circa 75 euro, che può facilmente rivelarsi un ottimo investimento. Ci sono form dettagliati e specifici per ogni attività, che aiutano a non tralasciare punti importanti – come possibilità di parcheggio, distanza da altri punti di interesse, servizi offerti – e render veloce e chiara l'analisi dei tour operator. Ma di quali e quante agenzie parliamo? «Già adesso aderiscono 15 tour operator, che abbiamo contattato personalmente scegliendo in aree diverse del paese, da Pechino a Shangai a Canton. Ci sono per esempio Zhongjing e Kangkui a Sud, e Ping An a Nord. Altri se ne aggiungeranno».

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